CATANIA – Sono 167 i dipendenti Anfe dislocati nelle tre sedi di Catania, Caltagirone e Acireale in attesa di venti mensilità arretrate da parte della Regione siciliana. L’ultimo stipendio, riferente a settembre 2011, e’ stato riscosso a gennaio del 2013. Un ritardo che ha gettato letteralmente nello sconforto una parte dei lavoratori dell’ente di formazione il cui ex presidente, Giuseppe Saffo, è rimasto coinvolto nell’inchiesta Pandora avviata dalla Procura di Catania. La protesta di stamane è quindi figlia della disperazione. Nulla è stato pianificato preventivamente e nulla ha riguardato le sigle sindacali che tutelano i lavoratori dell’ente. Un gesto assolutamente frutto dell’emotività del momento. Ed anche la minaccia di suicidio paventata da Giuseppe La Spina, poi fortunatamente rientrata, è l’effetto di una tensione sempre più difficile da contenere.
Riferisce a LiveSicilia lo stesso dipendente, che ha tenuto per una intera mattinata i residenti di via Franchetti con il fiato sospeso: “Ero disperato, ero pronto a gettarmi, poi il pensiero si è fermato sui miei figli, sulla mia famiglia, e mi sono ravveduto. Ho pensato pure a mia moglie, che è una donna straordinaria, e mi sono convinto che lei non merita questa sofferenza”. Nonostante questo i Vigili del fuoco sono intervenuti sul luogo con una gru dal braccio estensibile e un materasso gonfiabile dalle vaste dimensioni per evitare che un gesto di protesta potesse trasformarsi in tragedia.
Spiega nel dettaglio i motivi della protesta il dipendente dell’Anfe Daniele Bombaci: “Dobbiamo percepire ancora quattro mesi del 2011 più la tredicesima, quattro mensilità del 2012 e dieci del 2013”. Mentre Daniela Lo Giudice, addetta alla segreteria, poco prima di essere colta da una malore a causa dell’elevate temperature sul tetto del centro, ha riferito a LiveSicilia: “Abbiamo occupato questa terrazza perché nessuno ci ascolta. Un nostro collega ha minacciato addirittura di gettarsi giù. Fortunatamente ci ha ripensato. Noi siamo sicuramente solidali con lui. Una cosa è certa, vogliamo i soldi e sapere dal signor Crocetta cosa ne sarà di noi. Dopo lo scandalo – conclude – ci è stato tolto pure l’accreditamento e non sappiamo più se ci verranno corrisposte queste somme. Insomma, siamo lasciati in balia di tutto e di tutti”.
La protesta è rientrata alle ore 13. I lavoratori hanno lasciato il tetto dell’Ente grazie al lavoro di mediazione messo in opera dagli agenti dalla Digos con la Prefettura. Nei prossimi giorni sarà convocato infatti un tavolo tecnico per affrontare i termini della crisi dell’Anfe. Intanto, anche dagli ambienti del Megafono, il movimento di Rosario Crocetta, arriva la notizia che il presidente della Regione e l’assessore Scilabra, attraverso il capo della segreteria tecnica dell’assessorato, Guarino, avrebbero garantito il pagamento di almeno cinque mensilità.
“Voglio personalmente tranquillizzare i lavoratori dell’Anfe di Catania che
oggi hanno manifestato presso la sede del loro ente – dichiara l’assessore Nelli
Scilabra – Gli stipendi per le attività svolte da questi lavoratori presso l’ente catanese saranno garantiti. Ho firmato una direttiva indirizzata al Dipartimento per sbloccare le risorse verso l’Anfe di Catania con l’esclusivo vincolo di destinazione al pagamento delle spese per il personale dipendente. Voglio ringraziare – aggiunge l’Assessore – il Prefetto di Catania per l’intervento tempestivo volto a tranquillizzare i lavoratori e a mantenere l’ordine pubblico.”