Anno tributario, il presidente Novara: in Sicilia altissimo tasso di litigiosità - Live Sicilia

Anno tributario, il presidente Novara: in Sicilia altissimo tasso di litigiosità

La relazione nell'aula magna della facoltà di Giurisprudenza a Palermo

PALERMO- “L’altissimo tasso di litigiosità, che rende particolarmente onerosa l’attività delle Corti e che, a mio parere, dipende principalmente da tre fattori. Il primo può essere senz’altro individuato nella complessità del sistema fiscale, che risulta caratterizzato da una miriade di disposizioni che si succedono e si affastellano le une sulle altre con una velocità davvero inusitata e che, anche per difetti di tecnica di redazione legislativa, creano non di rado problemi interpretativi ardui da risolvere”.

“Di non meno rilievo è, poi, il fattore che definirei culturale. E del tutto vano negare che i contribuenti non avvertano il dovere, nel loro stesso interesse, di concorrere a fornire, mediante il pagamento dei tributi, le risorse necessarie per alimentare i servizi che lo Stato è tenuto a prestare alla collettività”. E’ quanto ha detto il presidente della corte di giustizia tributaria della Sicilia, Antonio Novara, nel corso dell’inaugurazione dell’anno tributario che si è celebrata nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza a Palermo.

“L’Amministrazione – ha aggiunto – non può procedere ad accertamenti a tappeto. Nasce l’evasione che, una volta scoperta, anziché determinare l’acquiescenza del contribuente inadempiente, nella maggior parte dei casi suscita il ricorso ai giudici tributari, confidando nella lentezza della macchina della giustizia e, “perché no, anche in provvedimenti legislativi premiali”.

“Il numero di nuovi procedimenti sopravvenuti a livello nazionale, sia in primo che in secondo grado, è andato scemando fino all’anno 2021, mentre ha subito una brusca impennata, per quanto riguarda i ricorsi proposti in primo grado, tanto nel 2022 quanto nel 2023. E un dato valevole anche per la Regione Sicilia con riguardo ai ricorsi pervenuti in primo grado, che sono stati circa 215.000, con la sopravvenienza più alta avutasi presso la Corte di primo grado di Catania (quasi 59.000 ricorsi)”.

“E, in ultimo, un fattore di carattere prettamente economico, che è indubbiamente ricollegabile alla crisi che affligge la Sicilia, la quale è tra le Regioni con reddito medio pro-capite più basso d’Italia e con il tasso di disoccupazione tra i più elevati, e che induce a promuovere controversie anche di modestissimo valore – ha aggiunto Novara – Al riguardo è assai significativa la constatazione, riferita allo scorso 31 dicembre, che dei 33.129 procedimenti pervenuti nell’anno in primo grado ben 22.196 hanno un valore non superiore a 3.000 euro (in percentuale il 67%) e che un altro 19,1% riguarda controversie con un valore non superiore a 20.000,00 euro (86,1% in totale), con valori medi che spaziano dal massimo registrato alla Corte di Ragusa (76,1% dei ricorsi fino a 3.000,00 euro e un altro 18% fino a 20.000,00 euro, per un totale di ben il 94,1%) al minimo della Corte di Caltanissetta (62,6% fino a 3.000,00 euro e un altro 18,8% fino a 20.000,00). Per contro, sono solo nella percentuale del 7,5% le controversie di valore da 50.000 a oltre 200.000 euro”.

“Il traguardo era da lungo tempo agognato e a esso si è giunti su impulso del Pnrr, il quale prevedeva specificamente l’istituzione del giudice tributario professionale come uno dei 55 obiettivi da realizzare entro il 31 dicembre 2022, nell’intento di razionalizzare l’impianto ordinamentale grazie alla professionalizzazione dei componenti degli organi della giustizia tributaria e di ridurre conseguentemente il contenzioso e l’arretrato”, ha detto ancora il presidente Novara.

“Tuttavia, – ha aggiunto Novara dalla fase dell’ideazione avrebbe dovuto passarsi rapidamente a quella dell’attuazione della riforma, ma, a distanza di quasi due anni, ciò è avvenuto solo in minima parte. Quel che, però, preoccupa sono soprattutto i tempi necessari per dar corpo ai nuovi organici. La riforma ha al riguardo attribuito a 100 giudici professionali la facoltà di transitare nella magistratura tributaria; e ha autorizzato, inoltre, il Ministero dell’Economia ad assumere, tramite concorso, 68 magistrati per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030 (in tutto 476 unità), così da arrivare, alla fine del periodo, al completamento dell’organico dei magistrati professionali. Com’era ampiamente prevedibile, la manovra straordinaria di reclutamento dei magistrati togati non ha, però, sortito l’effetto sperato. Infatti, rispetto ai 100 posti disponibili, sono state presentate solo 37 domande di transito. Solo un quinto del numero necessario”.

“La dotazione organica dell’Ufficio è ben lontana – ha aggiunto – da quella da ultimo prevista dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Per essere più precisi, dei 126 giudici che dovrebbero comporre la Corte ne risultavano presenti, al 31 dicembre 2023, solo 48, oltre 18 applicati in via non esclusiva da altre Commissioni, e ne sono al momento presenti solo 65, di cui 17 applicati esterni, con una vacanza in pianta organica, pertanto, di oltre il 60%. E analogo discorso può essere fatto per le Corti di primo grado, che, con la presenza di soli 228 giudici, possono avvalersi di un organico che si discosta anch’esso sensibilmente da quello determinato dal Consiglio di Presidenza in 318 giudici, con maggiori carenze nelle Corti di Agrigento, Catania, Palermo e Siracusa”.

La Barbera: “Anno appena inaugurato un importante traguardo”

“L’anno giudiziario della corte di giustizia tributaria della Sicilia che abbiamo inaugurato costituisce un importante punto di svolta per la giustizia tributaria. Sia sotto il profilo processuale, per le rilevanti novità introdotte con il decreto legislativo 220 del 30 dicembre 2023 di attuazione della delega fiscale, sia sotto il profilo ordinamentale perché si potrà dare finalmente corso alla riforma degli organi di giustizia tributaria, voluta dalla legge 130 del 31 agosto 2022, con l’indizione del primo concorso per l’assunzione dei nuovi magistrati tributari“. Lo afferma il presidente dei commercialisti Nicolò La Barbera. “Serve un impegno corale da parte di tutti i protagonisti di questa storica riforma – aggiunge La Barbera -. I commercialisti siciliani sono al fianco delle Istituzioni e del Paese”.


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