Casteldaccia, giallo sugli operai morti: perché sono scesi nella cisterna? - Live Sicilia

Casteldaccia, giallo sugli operai morti: perché sono scesi nella cisterna?

La commessa dell'Amap avrebbe previsto soltanto un intervento in superficie
LA TRAGEDIA DEL LAVORO
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PALERMO – L’appalto non avrebbe previsto che gli operai scendessero nella cisterna di raccolta dei liquami. Perché lo hanno fatto andando incontro alla morte? Ruota attorno a questo interrogativo l’inchiesta della procura di Termini Imerese sulla strage del lavoro di Casteldaccia.

L’inchiesta della Procura di Termini Imerese

Il fascicolo è stato aperto per omicidio colposo plurimo. I cinque operai, quattro dell’impresa ‘Quadrifoglio group’ di Partinico e un interinale dell’Amap, sono stati uccisi dal gas sprigionatosi dai liquami nell’impianto di sollevamento a Casteldaccia.

La commessa di Amap

La commessa prevedeva un intervento di manutenzione nei pozzetti di superficie e lo spurgo attraverso sonde o pompe di aspirazione. Gli operai avrebbero dovuto limitarsi a questo per eliminare l’ostruzione segnalata alla rete fognaria. L’intervento era iniziato lo scorso 29 aprile

Il giallo delle mascherine

Un lavoro in superficie, dunque. Ecco perché nessuno indossava le mascherine, di cui non c’è traccia neanche nel furgone dell’impresa parcheggiato sulla strada. Per scendere fino alla cisterna servivano competenze e dispositivi di sicurezza diversi. A cominciare dallo strumento elettronico per calcolare la presenza e la saturazione dei gas nell’ambiente.

“Fino alle 10 tutto era andato liscio”

È accaduto qualcosa, un guasto o un imprevisto che potrebbe avere convinto uno o più operai a scendere fino a 6 metri di profondità? Di imprevisto parla uno dei sopravvissuti: “Ho lavorato fino alle 10 nella vasca e tutto è filato liscio. Mi ha dato il cambio mio cugino Giuseppe Miraglia (una delle vittime della strage di Casteldaccia, ndr). Poi è successo qualcosa d’imprevisto”, avrebbe spiegato uno dei superstiti, Giovanni D’Aleo.

È stato lui a dare l’allarme dopo aver sentito le urla dei compagni di lavoro. Tre sono morti nella cisterna, altri due nel tentativo di salvare i colleghi. Un sesto operaio è ancora in gradi condizioni al policlinico di Palermo. A chiarire cosa sia accaduto potrebbe essere il direttore dei lavori dell’Amap presente sul posto, a lungo interrogato dai poliziotti alla squadra mobile di Palermo.


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