CATANIA – La quinta sezione del Tribunale del riesame di Catania ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nei confronti di Vito Digeronimo, 57 anni, che il 10 maggio scorso è stato sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta su Kalat Ambiente, società di cui era stato presidente del Cda adesso in liquidazione, che si occupava della gestione integrata di rifiuti nel Calatino. La misura cautelare per Digeronimo, che al momento dell’arresto era commissario dell’azienda ospedaliera Policlinico di Catania, incarico revocato dal governato Crocetta alla notizia dell’inchiesta, era stata depotenziata il 20 maggio con l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Adesso il Tdl, accogliendo le richieste degli avvocati Carmelo Passanisi e Rosa Maria Russo, ha annullato l’ordinanza. Il Tribunale del riesame ha invece confermato la disposizione del Gip emessa nei confronti di un dipendente dell’Agesp Spa, Giuseppe Bufalino, di 45 anni. Nessuno degli altri sei indagati ha presentato ricorso al Tdl.
Le accuse contestate dalla Procura di Catania, a vario titolo, a conclusione di indagini eseguite da carabinieri della compagnia di Palagonia, sono di traffico e smaltimento illecito di rifiuti, truffa e frode in pubbliche forniture. Secondo quanto sarebbe emerso dall’operazione ‘Bad boys’, con documentazione alterata o artatamente compilata si sarebbero dichiarate altissime percentuali di raccolta differenziata realizzata nei Comuni del Calatino, facendo così crescere di anno in anno per i Comuni i costi di conferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani e del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
La reazione dell’avvocato Carmelo Passanisi: “Aspettiamo di conoscere le motivazioni, ma già questa decisione ci fa capire che quell’ordinanza non andava emessa e che Digeronimo non andava privato della sua libertà personale, e quindi propabilmente non avrebbe ricevuto dalla Regione la revoca da Commissario straordinario del Policlinico”.