ADRANO. Una verità che passa inevitabilmente dalla giornata di ieri. Da quella riesumazione della salma di Anthony che dirà molto sulle cause di una morte che rimane un giallo.
Già, perchè al di là delle ricostruzioni, delle indagini condotte in terra di Germania ma soprattutto delle tante lacune e contraddizioni, solo l’esame autoptico sul corpo privo di vita dello sfortunato Anthony Bivona, dirà se davvero si è trattato di suicidio o, invece, di una macabra e crudele messa in scena.
Quello che è certo e palpabile, è il dolore della famiglia. “La mamma è qui con te” ha ripetuto tante volte quasi come una litania Antonella Poma, madre dalla forza di volontà inesauribile in una vicenda che avrebbe scoraggiato e devastato chiunque.
Un dolore enorme. E come potrebbe essere diverso?
Mamma Antonella sarebbe felice soltanto potendo guardare nuovamente Anthony, vedendolo crescere come un seme che mantiene tutte le sue promesse avviandosi a diventare un albero forte e rigoglioso.
Ma tutto questo è stato negato in una maledetta sera di luglio a Darmstad, in Germania appunto.
Ieri pomeriggio all’ospedale Cannizzaro di Catania è cominciata l’autopsia dopo che la bara bianca è stata riesumata dal cimitero di Adrano. Un fatto che pareva praticamente un’utopia giudiziaria. Un tentativo destinato ad andare a vuoto.
Ed invece la disposizione della Procura di Roma (per competenza) e l’azione dei giudici di piazza Verga a Catania hanno certificato le tante discrepanze legate ad un caso che potrebbe conoscere presto sviluppi clamorosi.
C’è da comprendere se con l’esame autoptico saranno necessari altre indagini più approfondite: molto dipenderà dalle condizioni nelle quali versa la salma dello sfortunato Anthony.
Il medico legale della Procura è il dottor Ragazzi, consulente tecnico di parte che partecipa all’autopsia è, invece Cataldo Raffino (anch’egli medico legale) su incarico dell’avvocato della famiglia Bivona, Francesco Messina.
In queste ore, non resta altro da fare che attendere. Un’attesa dalla quale scaturirà in un modo o nell’altro, una risposta. Ma in una tale ricerca spasmodica della verità c’è pure il segno inequivocabile di un cammino, di un’impronta che richiama alla memoria delle persone che amiamo. Ed è quasi un ritrovare tutto. Perché niente, alla fine si perde quando è l’amore sano ad animare l’azione dei genitori e delle sorelle Mary e Grazia.
Ed il loro esempio è qui a testimoniarlo.