CATANIA – Il delitto Ciadamidaro ad Adrano. Un assassinio efferato e cruento. Avvenuto senza un briciolo di pietà. Rimasto insoluto per quasi otto anni. Nel 2021, le indagini e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia segnano la svolta per quello che era destinato restare un caso di lupara bianca.
La ricostruzione dei collaboratori di giustizia
Due collaboratori di giustizia, come Giovanni La Rosa e Valerio Rosano, avevano appreso in diverse occasioni i dettagli dell’omicidio di Ciadamidaro direttamente dai suoi esecutori.
La Rosa, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, in carcere avrebbe appreso dal suo compagno di cella Angelo Pigantaro, che Antonino Bulla, insieme a Crimi e Rosano, aveva ucciso Ciadamidaro. Vincenzo Bulla, nel 2018, avrebbe confermato a La Rosa non solo il coinvolgimento degli stessi soggetti, ma faceva intendere di aver partecipato lui stesso al delitto.
In un altro incontro in carcere, Nicola Rosano confermava a La Rosa di essere stato coinvolto nell’omicidio senza entrare nei dettagli. Valerio Rosano, attraverso Pignataro e il padre Vincenzo, veniva a conoscenza che Antonino Bulla avrebbe persino tagliato la testa a Ciadamidaro.
Anche un altro Rosano, Francesco, apprendeva dell’omicidio dapprima nel carcere durante un processo e successivamente nel 2016, ai domiciliari, avrebbe ricevuto i dettagli direttamente da tutti i partecipanti: Antonino Bulla, Vincenzo Bulla, Salvatore Crimi e Gianni Santangelo.
Francesco Rosano veniva anche informato che la decapitazione era avvenuta perché Ciadamidaro, durante le torture, “rispondeva con tono sprezzante e dimostrava di non avere paura”. Anche Vincenzo Bulla avrebbe confermato la propria partecipazione, spiegando che lo zio, Salvatore Crimi, lo aveva portato con sé per “iniziarlo” a questo tipo di crimini.
L’altro collaboratore di giustizia
Nel dicembre 2023, Nicolò Trovato, appartenente al clan Santangelo e condannato per associazione mafiosa nel procedimento noto come “Adranos”, decideva di collaborare con la giustizia. Nel suo verbale del 20 dicembre 2023, Trovato raccontava dettagli sulla propria vita criminale e sulle sue esperienze all’interno del clan.
Con riferimento all’omicidio di Ciadamidaro, Trovato confermava le dichiarazioni rese il 7 dicembre 2023. Raccontava che nel 2016, quando si trovava agli arresti domiciliari, Nicola Rosano lo aveva visitato a casa e gli aveva confidato che Ciadamidaro era stato ucciso.
Trovato ricordava che Rosano gli aveva spiegato come la vittima fosse stata tamponata con un furgone e poi caricata, insieme al suo motorino elettrico, sul veicolo. Successivamente, Ciadamidaro veniva portato via e decapitato, con la testa e il corpo gettati in due luoghi diversi.
Rosano gli avrebbe anche raccontato che la testa era stata separata dal corpo per poterci urinare sopra, in segno di disprezzo.
La scomparsa e il delitto Ciadamidaro
Nicola Ciadamidaro fece perdere le proprie tracce la sera dell’8 giugno del 2016. L’ultima volta venne avvistato a bordo della sua moto elettrica sulla Strada Provinciale 231.
Avrebbe dovuto rientrare a casa, ma nulla. Fu la madre, disperata, a denunciarne la scomparsa, qualche giorno dopo. Le immediate ricerche non portarono a nulla: non venne rinvenuto nemmeno il mezzo a due ruote.
Ieri il blitz “Meteora” della polizia che ha portato all’arresto di 18 persone.