MARSALA – Capiva che le stavano rubando tutto, ma non riusciva a reagire. Si sentiva “stordita e costretta a ubbidire”. Come se fosse stata ipnotizzata o drogata. Suggestioni? Di certo c’è che un’anziana marsalese è stata derubata in casa.
Sono da poco trascorse le dieci del mattino di ieri quando suona al citofono dell’abitazione di una distinta ottantenne. Siamo nel centro storico di Marsala. A bussare è una donna, di circa 30 anni, alta e magra, capelli scuri. Appena entra in casa, abbraccia l’anziana. Le dice di essere una funzionaria dell’Inps ed è lì per regolarizzare la sua posizione previdenziale. Si capisce che il piano è stato studiato per bene. La distinta signora, professoressa ormai in pensione, è davvero in attesa che sistemino i conti della pensione in suo favore. Dunque si fida e apre.
Per prima cosa la truffatrice si fa consegnare una banconota da 50 euro. Le serve, dice, per comunicare il numero di serie all’Istituto di previdenza. Poi, l’anziana – ed è ora che inizia la fase oscura della vicenda – si ritrova, senza riuscire a dare una spiegazione logica al suo comportamento, insieme alla donna in camera da letto dove, sul comodino, ci sono duemila euro che l’anziana aveva prelevato il giorno prima.
Non è tutto, perché sarebbe stata lei stessa, senza costrizione alcuna a consegnarle i gioielli di una vita. Compresa la fede nuziale. Hanno un grosso valore economico – ancora da quantificare – e affettivo. La donna non ha battuto ciglio, ha racimolato tutti preziosi e li ha infilati nella borsa della finta impiegata dell’Inps. E le avrebbe anche aperto la cassaforte se solo non avesse avuto un attimo di lucidità in una parentesi temporale durata quindici minuti dai contorni, per sua stessa ammissione, inspiegabili. La trentenne non ha avuto reazione alcuna. Anzi, si è fatta accompagnare alla porta, ha ringraziato la professoressa in pensione e l’ha salutata con un bacio.
Una vicenda misteriosa. A cominciare dal fatto che la truffatrice è entrata in casa sapendo di trovarvi molti gioielli e forse anche quei soldi in contanti prelevati appena ieri. E soprattutto c’è il racconto dell’anziana. Quel suo sentirsi “costretta ad ubbidire”. Forse l’abbraccio iniziale è servito a stordirla, utilizzando qualche sostanza. Un’ipotesi che l’anziana, la quale denunciato i fatti in commissariato con l’assistenza dell’avvocato palermitano Michele Palazzolo, non si sente di escludere.