Apertura al centro e diverse liste | Così Orlando punta alla rielezione - Live Sicilia

Apertura al centro e diverse liste | Così Orlando punta alla rielezione

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando

Il sindaco scommette sull'efficienza delle partecipate per conquistare ancora la fascia tricolore.

Comune di Palermo
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PALERMO – L’operazione di pulizia e riqualificazione dello Zen è solo l’ultimo tassello della marcia di avvicinamento del sindaco Orlando alla prossima campagna elettorale. L’obiettivo del primo cittadino è infatti quello di dimostrare che il sistema delle partecipate, salvato a suon di milioni e sacrifici ed emblema dell’inefficienza del Comune, adesso funziona a dovere.

Una scommessa che può valere la rielezione e su cui il Professore sta praticamente puntando tutto. Dopo la circonvallazione, Danisinni e la Favorita, lo Zen sarà solo una tappa intermedia prima del programma di pulizia di tutta la costa, da Mondello fino alla zona Sud: un’operazione che, secondo quanto annunciato dal primo cittadino, verrà completata entro giugno.

Da qui al prossimo anno, però, i nodi da sciogliere sono ancora tanti e tutti potenzialmente decisivi per riconquistare la fiducia degli elettori. In primo luogo c’è la grana Ztl, con il Comune che sta provvedendo ai rimborsi e intanto studia come riproporre una limitazione al traffico che sia meno indigesta per i cittadini. Una partita che si lega a doppio filo a quella della sostenibilità dei conti dell’Amat, in cui adesso c’è una voragine da 30 milioni che in qualche modo andrà colmata sia per garantire i posti di lavoro che il tram, uno dei punti che il Professore considera di forza nella sua crociata per una mobilità più sostenibile. Infine, salvati i posti di lavoro delle partecipate, c’è da mettere mano al Personale: non è un mistero che la pattuglia dei dipendenti diretti del Comune sia in grande sofferenza ormai da tempo. “Adesso riusciremo a fare molte cose perché siamo in condizione di farlo, prima era impossibile visti i disastri che abbiamo trovato”, dice a taccuini chiusi uno dei collaboratori del sindaco.

Ma al di là dei punti programmatici, c’è un ultimo problema che è assai rilevante: quello politico. Orlando è ormai da tempo in rotta di collisione con il Pd locale, o almeno con una parte di esso, e le incognite sul tappeto sono talmente tante che è veramente difficile poter immaginare cosa accadrà da qui al 2017. Al netto dell’esito delle amministrative nel resto d’Italia, c’è il nodo del referendum costituzionale di autunno che potrebbe accelerare nuove elezioni nazionale: in questo scenario, non è da scartare una corsa anche alle Regionali e a quel punto il Professore potrebbe essere più tentato che mai di scendere in campo.

A bocce ferme, però, il sindaco tenterà la rielezione a Palazzo delle Aquile anche se una lista alle Regionali, fatta dai territori e dai sindaci, è già stata annunciata (in questo caso senza la presenza del fondatore della Rete). Ma anche sul piano comunale, le cose non sono più semplici: l’Ars sta discutendo una riforma elettorale che rischia di penalizzare i personaggi carismatici come Orlando, rafforzando le liste e quindi i partiti. A Palazzo delle Aquile lo sanno bene e sono già iniziate le grandi manovre. Una delle voci che circola vorrebbe una lista per il Mov139 (o quel che diventerà) che accolga i consiglieri uscenti, una lista della Sinistra (con Sel, Rifondazione e la Consulta delle culture) in cui si candidi anche qualche assessore e una terza dei territori, in cui magari far confluire presidenti e consiglieri di circoscrizione, esponenti civici e del mondo sindacale ma senza simboli di partito. Non è esclusa anche una quarta lista, magari con chi proviene da esperienze diverse, e gli occhi sono puntati sul possibile dialogo con il centro.

Il tema più rilevante resta quello del rapporto con il Partito Democratico: non è un mistero che il sindaco abbia un feeling consolidato con singoli esponenti nazionali, basati anche sulle sue precedenti esperienze politiche; assai più problematico è quello con alcuni pezzi di Pd locale, mentre con altri il dialogo è ancora aperto. “Noi volevamo entrare senza chiedere nulla in cambio e ci è stato detto di no, mentre hanno imbarcato tanti altri che non hanno certo la storia di Orlando – dicono a taccuini chiusi a piazza Pretoria – che rimane determinante in città anche con la modifica alle legge elettorale”.

 


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