PALERMO – È arrivato a luci spente. Ma dalle sue mani passeranno gli appalti e le gare più importanti di Sicilia. Fabio Damiani è stato scelto da poche settimane per guidare la Centrale Unica di committenza, creata con una norma della Finanziaria regionale che recepisce le norme nazionali sugli appalti. E il dirigente si è già messo a lavoro, avviando l’iter per una gara miliardaria: 1,1 miliardo per i farmaci di Sicilia. E del resto, è proprio il suo “settore”.
Il nome di Damiani a capo della Centrale era stato previsto da Livesicilia già sette mesi fa. Ma la sua nomina effettiva è arrivata a fine maggio. Chi è il nuovo dirigente-chiave della Regione? Damiani, avvocato, recitò un ruolo importante nel far emergere il cosiddetto scandalo dei “pannoloni”. È lui, infatti, il 31 gennaio 2013, a chiedere un incontro urgente al governatore Rosario Crocetta e all’assessore alla Salute, Lucia Borsellino. Damiani in quei giorni ricopre il ruolo di presidente della commissione per la gara d’appalto dei pannoloni. Racconta delle presunte pressioni subite il giorno prima da Salvatore Cirignotta. La sera, qualcuno armato di coltello ha atteso che uscisse dall’ufficio per strappargli la borsa che conteneva i documenti della gara incriminata. Crocetta e la Borsellino corrono in Procura assieme ad Antonio Candela, allora direttore amministrativo, il primo a raccogliere lo sfogo e le paure di Damiani. Il resto, è cronaca giudiziaria che coincide col processo contro l’ex manager dell’Asp di Palermo.
Insomma, un esperto di appalti, per la Centrale che diventerà il motore degli affidamenti e degli acquisti della Regione. Voluta all’interno dell’assessorato all’Economia è composta da una ventina di dipendenti. Questa “squadra”, come detto, dovrà occuparsi di affidamenti e gare. A cominciare, ovviamente, da quelli della Sanità che ne rappresentano, in termini economici, certamente i più importanti.
Non a caso, nell’avviso inizialmente diffuso per l’individuazione del dirigente a capo di questo importantissimo ufficio, si era fatto riferimento non solo ai burocrati della Regione, ma in maniera esplicita a dirigenti della Sanità che in passato si erano già occupati della materia relativa agli appalti.
E la prima gara è in fase di affidamento. Si tratta di una mega-gara, in realtà, da oltre un miliardo di euro per la fornitura dei farmaci nelle aziende e negli ospedali siciliani. Una gara per la quale la Centrale si è “appoggiata” alla Consip, cioè la struttura utilizzata dallo Stato: lì è stato inviato il capitolato per la gara, che verrà caricato sul sistema Consip per poi procedere con l’affidamento. La data stimata per l’attivazione è fine novembre. Un miliardo e cento milioni, un appalto d’oro.
Ma subito dopo sarà il turno di quello per i vaccini. Anche questo in fase di completamento. Insieme ad altre maxi-commesse per le quali si opererà tramite una convenzione. In questo caso, la data di attivazione è stimata per il 15 dicembre prossimo. Si tratta dei bandi per il “materiale per elettrofisiologia ed elettrostimolazione cardiaca” (nella maggior parte dei casi, quindi, defibrillatori), quello per fornire le aziene di pace-maker, e i bandi – anche questi di grosso importo – per i servizi di lavanderia e per la “gestione delle apparecchiature elettromedicali”.
Poi si procederà ad altre “categorie merceologiche”: nuovi bandi che la Regione ha concordato col Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta delle gare per gli stent, per gli “ausili per l’incontinenza” (riecco i pannoloni), le protesi d’anca, le medicazioni generali, aghi e siringhe (una categoria usata spesso per rappresentare le differenze di prezzo tra i beni acquistati in Sicilia e quelli acquistati nel resto d’Italia), la ristorazione negli ospedali e lo smaltimento dei rifiuti sanitari.
Per lavorare a questi bandi, però, la Centrale ha dovuto rivolgersi anche all’esterno. Come fanno sapere infatti dalla Ragioneria centrale, dopo aver diffuso un avviso rivolto ai dipendenti del Sistema sanitario regionale, si è deciso di rivolgersi a degli esperti che potessero lavorare ad alcune specifiche “categorie merceologiche”. Tra i dipendenti regionali, insomma, non ne è stato trovato nessuno che potesse svolgere quel lavoro. E così, ecco un avviso per la ricerca di un “operatore economico” che fornisca “supporto metodologico e merceologico al personale nello svolgimento delle iniziative di acquisto, tramite analisi di mercato dell’offerta, stesura della documentazione di gara, erogazione dell’adeguato supporto tecnico-merceologico e legale”. Per questo lavoro, la Centrale ha pubblicato un bando con un base d’asta di 180 mila euro: andranno alla società o al professionista (o ai professionisti) disposti a compiere questo lavoro.
Esterni, insomma, nella Regione da 18 mila dipendenti e il cui bilancio è costituito, per oltre la metà, da spesa sanitaria. Ma non solo “esperti di bandi”. La Centrale per entrare pienamente a regime ha bisogno anche di una piattaforma informatica. Anzi, è obbligata a servirsene. E così, ecco che l’Ufficio ha deciso di affidarsi non alla società in house della Regione per le attività informatiche, cioè Sicilia e-servizi, ma, tramite la Consip, alla Ditta Maggioli, da cui la Regione aveva già acquisito 9 anni fa la licenza di un sistema denominato “Alice gare”: l’aggiornamento del software, l’installazione, la gestione e anche la formazione del personale costeranno alla Centrale 38.200 euro. Briciole, rispetto ai miliardi dei prossimi appalti.