PALERMO – In Sicilia quest’anno, da gennaio a giugno, il 76,77 per cento delle opere pubbliche, per circa 260 milioni di euro, sono state affidate attraverso procedure negoziate, solo il resto con procedure aperte. Sono numeri che preoccupano l’Ance Sicilia, che ha chiesto un incontro urgente all’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.
Il sistema delle gare chiuse, sottolinea l’associazione dei costruttori, è meno trasparente e non garantisce tutti. Il tema è stato sollevato nel corso del Consiglio generale di Ance Sicilia, presieduto da Santo Cutrone, che si è riunito a Palermo alla presenza del vicepresidente nazionale dell’Ance, Domenico De Bartolomeo.
L’obiettivo era mettere a punto nuove strategie associative – dopo il successo della campagna sul caro-materiali – che rafforzino la rappresentanza del sistema Ance presso le istituzioni. Questo a supporto della soluzione dei tanti problemi della categoria, che vanno dal correttivo al Codice dei contratti pubblici che non ha risolto il problema della concorrenza negli appalti e quello della revisione prezzi, fino al recepimento in Sicilia del decreto legge “Salva casa” e alla legge urbanistica regionale.
I dati diffusi
I numeri, in pratica, sono relativi ai progetti da 1 milione a 5 milioni e mezzo. Risultano proposte appena 36 opere con “procedura aperta” per 81,7 milioni, pari al 23,23% dei casi; mentre risultano ben 119 casi di “procedure negoziate” per 260 milioni, pari al 76,77%.
“Di queste procedure – evidenzia l’associazione dei costruttori – si ha notizia solo dopo l’aggiudicazione o addirittura solo successivamente, in occasione del pagamento di stati di avanzamento dei lavori”.
Le richieste alla Regione
Da qui la richiesta alla Regione: le stazioni appaltanti siano orientate a “scegliere preferenzialmente la procedura aperta alla quale qualsiasi operatore economico interessato può presentare un’offerta in risposta a un avviso di indizione di gara. Questa – rileva Ance Sicilia – è la procedura di gara, anch’essa prevista dal nuovo Codice degli appalti, che risulta più trasparente e, nella maggior parte dei casi più veloce, a garanzia sia degli amministratori pubblici che degli Imprenditori”.
Ance Sicilia chiede che “nel caso di aggiudicazione, con il criterio del prezzo più basso, sia prevista una rotazione fra i 3 metodi di calcolo della soglia di anomalia per la esclusione automatica delle offerte. La rotazione tra i tre criteri può assicurare la funzione ‘anti-turbativa’, per rendere imprevedibile la soglia di anomalia”.
Le criticità evidenziate
Per quanto riguarda invece le procedure aggiudicate nel primo semestre 2024 in Sicilia, è stato applicato sempre lo stesso metodo di esclusione nel 96,90% dei casi, annullando, di fatto, l’effetto ‘sorpresa’ e l’efficacia della previsione di 3 metodi distinti”.
L’assessore Aricò, sottolineano dall’associazione, ha condiviso pienamente la proposta e ha comunicato che sarà oggetto di una attenta valutazione in un incontro con Ance Sicilia che sarà convocato nei prossimi giorni.