Approvato il Piano Trabucco| Il consiglio decide dopo 20 anni - Live Sicilia

Approvato il Piano Trabucco| Il consiglio decide dopo 20 anni

Via libera da parte di Sala delle Lapidi al piano particolareggiato.

PALERMO – Dopo quasi vent’anni il consiglio comunale approva il Piano Trabucco, un piano particolareggiato datato 1997 che dovrebbe consentire la realizzazione di alcune attività commerciali ma che è stato, fino a questa sera, oggetto di polemiche e veti incrociati specie da parte dei residenti. Un “calvario” che ha spinto gli imprenditori a diffidare a più riprese il Comune che rischiava anche il commissariamento. L’Aula ha approvato con 20 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti.

“Il consiglio comunale, con il voto contrario del Partito Democratico, ha approvato il così detto Piano Trabucco che prevede anche la possibile nascita dell’ennesimo supermercato a Palermo – dice il vice capogruppo Pd Sandro Leonardi – Una scelta scellerata che mostra chiaramente da quale parte stia l’amministrazione Orlando, a favore della grande distribuzione e contro i piccoli commercianti e i residenti. Con questa variante avremo una commistione fra edilizia residenziale e attività industriali, anche perché il Comune non sa di preciso se le case presenti, che non sono poche, siano autorizzate o meno”.

“Abbiamo votato no alla variante Trabucco perché non sono stati fugati in modo esaustivo i dubbi sollevati in Aula – dice il capogruppo di Comitati Civici Filippo Occhipinti – in particolare non abbiamo capito se nell’area in questione insistano presunti abusi edilizi e di che entità. Un’altra delibera pasticciata e che non ha messo il Consiglio nelle condizioni di esprimere un voto sereno”.

“Il piano si è rivelato un atto complesso per una serie di motivi – dice Pierpaolo La Commare del Mvo139 – alcune scelte del pianificatore che avevano l’obiettivo di semplificare l’iter hanno finito per complicarlo; la realtà di quell’area estremamente caotica registra la presenza di abitazioni (abusive e non) a fianco di insediamenti commerciali; infine un dibattito d’aula confuso che ha vissuto di suggestioni come il paventato e inesistente pericolo di nuovi centri commerciali. Il risultato è stato il ritardo con cui il consiglio è riuscito ad esitare l’atto. Nella forma è importante evidenziare che compito della politica è quello di dare risposte ai cittadini, oggi ci siamo finalmente riusciti, auspico che il piano denominato Trabucco sia il primo di una serie di atti e istanze proposte da cittadini che attendono una risposta, quale che essa sia. Nella sostanza questo piano offre l’occasione per mettere ordine in un’area che oggi è una marmellata indistinta. Importante anche l’indicazione data con un ordine del giorno che assegna all’amministrazione la priorità della realizzazione del prolungamento della via Roentgen fino a via Regione Siciliana, un intervento che darebbe respiro alla mobilità di tutto il quartiere”.

“La delibera approvata dal gruppo Mov139 in Consiglio comunale che dà il via libera alla creazione di strutture commerciali o industriali in via Trabucco è, a mio avviso, non solo illegittima per vizi procedurali e contraddittoria nei suoi contenuti, ma soprattutto anacronistica e attuativa di un Piano regolatore redatto nel 1994 e adottato nel 1997, le cui scelte oggi sono state ampiamente superate dal momento che la città è disseminata di centro commerciali e di numerose strutture con questa destinazione – dice Nadia Spallitta del Pd – Il provvedimento, già presentato da Cammarata nel 2011, non risponde neanche alle richieste e alle esigenze della cittadinanza. Infatti l’intero consiglio della sesta circoscrizione – rappresentativo di quasi 100 mila abitanti e dei loro legittimi interessi – ha votato per ben due volte all’unanimità contro questo provvedimento non voluto dalla collettività, che invece ha chiesto di realizzare aree di verde. Il Piano particolareggiato destina con una variante urbanistica 43 mila metri quadrati a zona D2, esclusivamente a uso commerciale e industriale, senza tuttavia tenere conto che negli anni la stessa area è stata intensamente edificata. Una circostanza che rende illogico un Piano particolareggiato, con assunzioni di investimenti notevoli e che di fatto si risolve nella possibilità di utilizzare solo alcuni dei lotti previsti. Dubito che si possano classificare come D2 aree che abbiano in atto una funzione residenziale. Altra questione riguarda poi la circostanza che la maggior parte delle abitazioni non sono state ad oggi autorizzate, pur avendo i loro proprietari presentato istanze di sanatoria (in alcuni casi anche da decenni). Nel merito ritengo inspiegabile che l’Amministrazione sia a conoscenza da anni dell’esistenza di immobili classificati come abusivi e non abbia ritenuto ad oggi – neanche in sede di redazione di un piano esecutivo – di prendere i doverosi provvedimenti di sanatoria (in presenza delle relative istanze e dei requisiti) o di demolizione e confisca. La delibera, inverosimilmente, si limita a prendere atto del fatto che esistano circa 20 costruzioni non autorizzate di cui almeno la metà sprovvista di elementi documentali e identificativi. Con riferimento alle costruzioni esistenti sprovviste di concessione e con uso commerciale presenterò un’interrogazione al Suap per capire se le attività siano state autorizzate e come sia stato possibile in mancanza di concessione edilizia. Per non dire poi della oggettiva incompatibilità tra uso residenziale (che presuppone per esempio parchi per i bambini, scuole, centri di quartiere che nella fattispecie mancano) e uso industriale dello stesso territorio, con una promiscuità che viola lo stesso principio inderogabile delle zonizzazioni. Variano infatti, da zona a zona, gli standard urbanistici. Così come, ad esempio, per le zone D2, sono consentite soglie elevate di emissioni di suoni e gas, vietate invece per le aree residenziali. Si tratta di disposizioni oggettivamente inconciliabili e che potrebbero mettere a rischio la salute degli abitanti. A ciò si aggiunge la singolarità di un piano particolareggiato D2 i cui lotti sono sottodimensionati (di 400, 600 e 1.000 metri quadrati) quando invece le norme di attuazione impongono misure standard di 3 mila metri quadrati ciascuno (estensione minima necessaria per garantire all’interno di ogni lotto servizi quali parcheggi, aree verdi, impianti e strade). Questa scelta, assolutamente illogica, non risponde certamente alla funzione produttiva delle aree D2. Un’altra singolarità riguarda l’investimento milionario (oltre 3 milioni di euro di denaro pubblico) per urbanizzazioni primarie parametrate all’intera area, quando allo stato attuale solo un parte potrà essere destinata ad attività produttive (a causa della presenza di abitazioni private) e dunque con un sovradimensionamento dei servizi effettivamente necessari e un aggravio dei costi di espropriazione (circa 2 milioni). Sulla questione chiederò un parere alla Corte dei conti. Infine il Piano particolareggiato, a mio avviso illegittimamente, non è corredato dei pareri VAS-VIA e conseguentemente del rapporto ambientale, rivolto alla verifica dell’impatto e della compatibilità ambientale degli interventi. Verifica che per legge deve essere preliminare e che allo stato attuale manca. Ho inviato una richiesta di parere sulla vicenda al segretario generale e la trasmetterò anche all’assessorato regionale per cercare di capire, al di là della mia valutazione politica assolutamente negativa, se l’iter e i contenuti adottati siano effettivamente corretti”.

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI