PALERMO – La Giunta Comunale ha approvato oggi lo schema del Rendiconto della gestione dell’esercizio 2021, lasciato in eredità dalla precedente amministrazione.
“Definito il rendiconto 2021, l’amministrazione comunale sta già procedendo alla predisposizione del documento di programmazione e del bilancio di previsione per il triennio 2022/2024 per il quale è stato scongiurato l’incremento dell’addizionale Irpef annunciato dalla precedente amministrazione. Con la prossima approvazione del bilancio di previsione 2022/2024, l’amministrazione potrà finalmente svolgere la gestione dell’Ente sulla scorta di adeguati strumenti programmatici e contabili, facendo così uscire il Comune dal tunnel di oltre 20 mesi di gestione provvisoria”, afferma il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
“In soli due mesi l’amministrazione Lagalla ha così provveduto all’allineamento degli assetti programmatici e documentali del Comune. I prossimi passi, – afferma una nota del Comune – articolati in una road map intensa e sinora pienamente rispettata, prevedono: la definizione dell’Accordo con lo Stato per il conseguimento di un contributo di 180 milioni di euro, per il quale l’amministrazione ha in corso apposite interlocuzioni, tecnica e politica, con lo Stato volte a ridefinire/integrare l’importo; la predisposizione del bilancio di previsione 2023/2025; la rimodulazione del piano di riequilibrio, per la definizione del quale il Comune di Palermo avrà tempo sino a tutto il prossimo 31 marzo 2023. Con i ritmi intrapresi, siamo però fiduciosi che si possa arrivare a questo traguardo molto prima”, afferma la vicesindaco e assessore al Bilancio Carolina Varchi.
Il risultato maturato nell’esercizio 2021 è “non negativo” per 364 milioni di euro in quanto la precedente amministrazione del Comune nel corso del 2021, in assenza di bilancio di previsione, ha svolto l’attività in “gestione provvisoria”, per effetto si possono esclusivamente operare pagamenti per assolvimento delle obbligazioni già assunte e per spese obbligatorie quali le remunerazioni del personale, le rate di mutuo e le utenze. Il negativo importo sarebbe stato ancor peggiore per ulteriori 40 milioni di euro, se non si fosse provveduto a stipulare a inizio settembre una transazione con la curatela della società fallita Amia