Archiviazione per Gianluca Gemelli | "Contro di me una gogna mediatica" - Live Sicilia

Archiviazione per Gianluca Gemelli | “Contro di me una gogna mediatica”

Gianluca Gemelli

L'imprenditore era rimasto coinvolto nel filone siciliano delle indagini.

Augusta, l'inchiesta 'Tempa rossa'
di
4 min di lettura

SIRACUSA – “Per ora voglio solo godermi l’estate ma presto vorrò dire la mia in ogni sede. Da uomo che è stato demolito, soprattutto professionalmente, da una stampa non degna di un Paese civile”. È arrivata l’archiviazione per Gianluca Gemelli e gli altri indagati nel filone siciliano dell’inchiesta Tempa rossa: i legali hanno in mano adesso anche il provvedimento avallato dal gip romano Claudio Carini e nell’animo dell’imprenditore siciliano c’è voglia di rivalsa a mezzo carta bollata e tribunali. L’ex commissario di Confindustria Siracusa, ed ex compagno dell’allora ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi (dimessasi a causa dello scandalo), era stato iscritto nel registro degli indagati a Potenza per traffico d’influenze illecite, associazione a delinquere e corruzione nell’ambito dell’inchiesta petrolio partita nell’aprile 2016 dal centro Oli di Viggiano.

Lo stralcio dell’inchiesta che portava al Porto di Augusta, dove gli interessi di Gemelli sarebbero stati legati alla costituzione di una società per lo stoccaggio del petrolio, era passato alla procura di Roma nel giugno 2016. Sei mesi dopo il pm romano Roberto Felici aveva chiesto l’archiviazione. Che è arrivata a firma del gip Carini. Nel provvedimento, la conferma di quanto trapelato a dicembre e qualche novità. Per i magistrati romani Gemelli derivava “la propria autorevolezza dal fatto di essere notoriamente il compagno del ministro Guidi, condizione che egli spende con una certa spregiudicatezza anche millantando, in modo più o meno esplicito, la possibilità di trarre vantaggio da tale sua condizione”. Tuttavia, si legge nel provvedimento, “aldilà di tali censurabili atteggiamenti non emerge che egli abbia mai richiesto compensi per interagire con esponenti dell’allora compagine governativa”.

Sul trasferimento dell’ammiraglio Roberto Camerini, secondo la Procura di Potenza “un intralcio” ai progetti del gruppo di indagati riguardo alla concessione di un pontile a ridosso dei serbatori utili all’ipotetico stoccaggio, il decreto di archiviazione dice che “non è avvenuto in violazione di legge” ma “in ragione di una promozione per la quale lo stesso era da tempo in graduatoria” e che “non era diretto a danneggiare Camerini né a arrecare un ingiusto vantaggio” agli indagati. Sulla costituzione di una società (l’Alfa Tanko srl), che aveva coinvolto nell’inchiesta anche il vicepresidente nazionale di Confindustria Ivan Lobello, l’archiviazione parla di “vicenda priva di rilevanza penale, in quanto non è illecito costituire una società con l’obiettivo di ottenere una concessione demaniale (nella specie, quella relativa alla gestione del pontile consortile di Augusta-Punta Cugno)”. Ma aggiunge “se anche l’intendimento degli indagati fosse stato quello di attuare condotte sanzionate, tale progetto si è arrestato in fase di ideazione”.

Sull’associazione a delinquere, per il tribunale di Roma “difettano gli elementi costitutivi di reato” in quanto “alla luce delle telefonate intercettate sembrerebbe circoscritto solo a due persone” (e non alle sei indicate nel provvedimento della procura di Potenza), ossia “un numero insufficiente per configurare il delitto ipotizzato”. Inoltre mancherebbero alcuni presupposti che configurano questo reato, ossia la “stabile organizzazione, con adeguata divisione di compiti e con un programma seppur generico, proiettato verso la concorsuale commissione di delitti” e dunque, conclude sul punto il decreto di archiviazione “non può ravvisarsi soltanto nel reciproco scambio di favori”.

Il filone Augusta, che si chiude con l’archiviazione, è solo uno dei tre dell’inchiesta partita da Potenza. Gli altri due (il primo sullo smaltimento dei rifiuti prodotti nel centro oli Eni di Viggiano, il secondo sui lavori per la realizzazione del centro oli Total di Corleto Perticara), rimasti a Potenza, si sono conclusi con 47 rinvii a giudizio: il processo comincerà a novembre. Per l’imprenditore siciliano Gemelli è la fine di un incubo del quale ritiene responsabile la stampa (“la procura ha fatto solamente il proprio dovere: era un’indagine, è stata trattata sui giornali come una condanna”). La prima reazione è quella di concedersi una pausa da tutto nel mare della sua Augusta: “Ero un attento lettore di quotidiani – dice – ora non leggo più giornali”. Ripartire con il lavoro, “ma dall’estero”, dice oggi mostrando amarezza nei confronti di un Paese che lo ha “distrutto professionalmente”. La crisi che è derivata da quella che definisce “gogna mediatica” è costata alla sua azienda, che si occupava di management nell’ambito delle attività di costruzione, avviamento e manutenzione di impianti chimici, petrolchimici, petroliferi, il licenziamento di sessanta dipendenti. E infine la rivalsa: “La richiesta dei danni per qualcuno”, dice. Ha in mano tutta la rassegna stampa “incriminata” e la prossima settimana ne parlerà con il suo legale Paolo Carbone di Salerno.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI