Armao: "Per le regioni del Sud|un federalismo insostenibile" - Live Sicilia

Armao: “Per le regioni del Sud|un federalismo insostenibile”

Conferenza Stato-Regioni
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Di ritorno dalla conferenza Stato-Regioni su federalismo fiscale e piano per il Sud, l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao racconta le sue valutazioni in merito alle proposte avanzate dal governo. “Sembra che il governo – dice Armao – voglia applicare alle regioni del Sud, speciali e non, un federalismo insostenibile”.

L’assessore regionale commenta precisando che “sul federalismo fiscale abbiamo evidenziato l’inadeguatezza delle proposte di mediazione che hanno formulato esponenti del governo statale laddove, pur accettando la gran parte degli emendamenti proposti, ma non la clausola di salvaguardia delle prerogative statutarie, si mira a comprimere pesantemente l’autonomia speciale. Si tratta di un punto fondamentale, intorno al quale contiamo di raccogliere nuovamente tutte le Regioni a statuto speciale. Su questo tema non possiamo aderire alla proposta governativa che condurrebbe allo smantellamento dell’Autonomia per imporre ai siciliani un federalismo fiscale iniquo che li relegherebbe definitivamente nella categoria dei cittadini di serie B”.

E ancora, Armao incalza anche sul piano per il Sud e sulla delibera Cipe del 26 novembre che “invece di riequilibrare le diseguaglianze che genererà il federalismo fiscale, riducono le risorse disponibili e ne accentrano la gestione. Nel 2011 – spiega Armao – il peso finanziario delle scelte del governo nazionale graveranno per più di un miliardo sui siciliani, tra tagli agli enti locali siciliani, ai fondi FAS (sul nuovo Fas la Sicilia perderà 409 milioni di euro stornati dal D.L. n. 78/2010 ai quali vanno aggiunti i 357 milioni destinati, dal Governo nazionale con la legge di stabilita’ votata martedì definitivamente dal Parlamento, all’edilizia sanitaria pubblica, che si aggiungono al precedente taglio del 6%) e minori spese imposte alla Sicilia”.

Sul piano per il Sud, infine, Armao aggiunge che “è privo, al di là di qualche idea progettuale, di concreti contenuti, toglie risorse al sud anziché aggiungerle, introduce a carico dei fondi per lo sviluppo economico il finanziamento di altre politiche, come l’informatizzazione delle prefetture e la modernizzazione del sistema giustizia nel sud. Settori fino ad oggi finanziati dallo Stato e adesso posti a carico delle risorse finanziarie destinate allo sviluppo del mezzogiorno. Dai dati finora noti e’ facile ipotizzare che solamente sulle risorse previste dai Fas 2000-2006 la nostra Regione potrà perdere fino a 4,6 miliardi di euro di cui 711 milioni di euro per risorse liberate, cioè non più disponibili per decisione dello Stato, benché siano state anticipate dalla Regione, e sulle quali sussisteva una legittima aspettava di rimborso sul bilancio regionale”.


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Commenti

    Eppure chi l’avrebbe mai detto in considerazione degli ultimi esponenziali margini di crescita nei sondaggi che Carlo Calenda e Matteo Renzi fossero così amati dagli italiani. Sicuramente all’inizio della campagna elettorale non era così e se non si fosse votato il 25 ma molto più avanti nel tempo con questa continua crescita a lungo andare avrebbero perfino insidiato l’attuale 27% di Giorgia Meloni.

    Il silenzio è d’oro….

    Vinceranno tutti…..

    …..ma Calenda non era quello che aveva mandato a fa…… Renzi? Un tipo di cui fidarsi….’nto’ n’occhio!! Alla faccia della correnza!!!

    …due fighetti figli di papà senz’arte né parte!!!

    L’unica cosa che spero è che qualche magistrato di turno chiami a rispondere il Nullo ed il suo vicepresidente per il fallimento della Sicilia! Incompetenti ed impuniti. Uno canditato a Roma ed uno a futuro presidente della Regione. Se vivessimo in uno stato di diritto questi signori sarebbero già a processo. Adesso si scopre che mancano 900 milioni da dare all’imprese e la colpa è dei dirigenti? Siete peggio delle cavallette!!!!

    Massimo rispetto per tutti i candidati alla Presidenza della Regione Sicilia, ma spero tanto che i siciliani mettano alla prova Cateno De Luca.

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