CATANIA – Volevano usare le armi per un’azione dimostrativa e per organizzarsi avevano creato una chat con 30 persone, alcune delle quali sarebbero state vicine al clan dei Cursoti Milanesi. È quanto emerge dalle indagini dei Carabinieri che hanno portato agli arresti domiciliari un 26enne. L’uomo per dare la sua adesione alla dimostrazione a fuoco si era scattato un selfie con un’arma e l’aveva inviato sulla chat.
Il blitz
La vicenda nasce da un sequestro di armi avvenuto nel dicembre del 2023 in una villa di Vaccarizzo. Dopo un blitz dei Carabinieri furono arrestate otto persone, una di 17 anni e le altre tra i 21 e i 31, ritenute vicine ai Cursoti milanesi. Nella villetta gli otto avevano nascosto armi da guerra e munizioni.
Durante la perquisizione i Carabinieri avevano recuperato una busta in cui erano state nascoste una pistola semiautomatica Tanfoglio calibro 7,65, una pistola semiautomatica Model 75 calibro 9 con matricola punzonata e una pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa. In più i Carabinieri avevano recuperato 4 serbatoi e 90 munizioni.
Le indagini e l’arresto
Come si apprende da un comunicato della Procura, che coordina gli investigatori, le indagini partite da quegli arresti hanno consentito di scoprire, attraverso l’esame del cellulare di uno degli arrestati, che il gruppo si stava organizzando per portare a termine un’azione dimostrativa con l’uso delle armi.
Il 26enne arrestato aveva fornito al gruppo la propria adesione alla partecipazione, confermandola con l’invio in una chat composta da circa 30 persone di un selfie con una pistola semiautomatica munita di silenziatore.
Il riconoscimento fotografico del 26enne e gli altri elementi di riscontro hanno consentito al Gip del Tribunale di Catania di emettere così la misura cautelare a carico del 26enne.