PATERNO’. La sua casa era stata trasformata in studio medico. Rigorosamente abusivo. Perchè lui medico non lo era affatto. La sua “specializzazione” era, invece, quella di far abortire giovani donne attraverso lavande vaginali. E’ accaduto a Paternò, dove Mario Pasquale Garraffo, 56enne autista di ambulanze private, è finito in carcere con l’accusa di esercizio abusivo della professione, truffa e ricettazione di prodotti ospedalieri. C’è da dire che il falso medico si era fatto una sua reputazione per via di un passaparola che lo aveva fatto conoscere un pò dappertutto in città. Ma le lavande vaginali tecnicamente non provocano affatto l’aborto: tant’è che in tante si erano lamentate col santone della medicina. Lui, il 56enne, per ogni “operazione medica” chiedeva una cifra minima di almeno 200 euro. Insomma, un affare. Nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di Catania emessa su richiesta della Procura distrettuale.
L’AVVIO DELLE INDAGINI. L’inchiesta dei carabinieri era scattata sulla scorta della denuncia di una donna di nazionalità polacca, spogliarellista in locali della Sicilia orientale, che si era sottoposta alla cura del presunto medico. Ma dopo alcuni giorni la donna, già madre di due figli di 7 e 4 anni, ha avvertito improvvisamente dei forti dolori all’inguine ed all’addome. Da lì è seguito il ricovero in ospedale dove i medici le hanno confermato che il feto era vivo. A quel punto, prima di essere dimessa dal nosocomio ha denunciato l’uomo ai carabinieri. La donna ha, poi, abortito in una struttura pubblica. I militari stanno scavando a fondo nel tentativo di comprendere quante donne siano finite nella “rete” del falso medico paternese. Il 56enne Mario Pasquale Garraffo, raccontano fonti investigative, in passato era stato indagato per violenza sessuale.