SIRACUSA – “Noi siamo rispettosi della magistratura, ma è un provvedimento cautelare che viene notificato nel mezzo di una campagna elettorale e che mi sembra tra l’altro assolutamente sproporzionato”. Lo afferma l’avvocato Domenico Mignosa, che con il penalista Tommaso Tamburino assiste sindaco Antonello Rizza, preannunciando ricorso al Tribunale del riesame. “La legge Severino – annuncia Mignosa dopo avere parlato con il sindaco – consente a Rizza di continuare la sua campagna elettorale, cosa che lui ha intenzione di fare”.
L’arresto
Il sindaco di Priolo (Sr), Antonello Rizza, candidato alle prossime elezioni regionali con Fi a sostegno del candidato a governatore Nello Musumeci, è stato posto agli arresti domiciliari per truffa, tentata truffa e turbativa d’asta dalla polizia. Il provvedimento è del gip del Tribunale, Giuseppe Tripi, su richiesta della Procura della Repubblica al termine dell’operazione “Res Publica” su un “consolidato sistema di illegalità diffuso all’interno e all’esterno dell’amministrazione comunale priolese”, scrive il gip, finalizzato al “condizionamento e alla prevaricazione per il perseguimento illecito di finalità di tipo personale e clientelare”.
LA SCHEDA – Chi è Antonello Rizza
Il Gip ha disposto anche l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria a carico di Salvatore Cirnigliaro, dirigente del Settore sport e spettacolo del Comune di Priolo Gargallo, per il reato di turbata libertà degli incanti, anch’egli in concorso; Francesco Artale, imprenditore ed amministratore della “Indie Sound Music sas”, per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture; Flora La Iacona, dirigente del settore Pubblica Istruzione del Comune di Priolo Gargallo, che all’epoca dei fatti era dirigente del settore Politiche Sociali per il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e truffa aggravata.
L’indagine
La polizia avrebbe scoperto una gestione illecita degli appalti al Comune di Priolo. Le indagini, coordinate dal dirigente del commissariato Fabio D’Amore, sono scattate nella seconda metà del 2016, e riguardano tre episodi di “turbata libertà degli incanti e turbamento del procedimento di scelta del contraente in relazione alla segnalazione di persone vicine al sindaco” per l’affidamento di appalti del Comune. Episodi di truffa ai danni del Comune commessi, secondo l’accusa, in concorso tra sindaco, indagato anche per tentata concussione, un funzionario comunale e un imprenditore, per l’acquisto di beni tramite la Consip con codici alterati per consentire all’imprenditore la vendita dei beni ad un prezzo maggiorato. Ed ancora un episodio di frode nelle pubbliche forniture dell’imprenditore, ed un episodio di tentata concussione, per l’assegnazione di un appalto ad un imprenditore. Per Artale e Sebastiano Carpinteri, uno dei 14 indagati nell’inchiesta, disposta la misura cautelare del sequestro preventivo, rispettivamente per 15 mila 461euro in relazione alle condotte di truffa e frode e per 86 mila 278 euro per truffa ai danni del Comune in relazione alla gestione della piscina comunale.