Arrestato l'Architetto, |"l'erede dei Lo Piccolo" - Live Sicilia

Arrestato l’Architetto, |”l’erede dei Lo Piccolo”

Operazione della Gdf a Palermo
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Giuseppe Liga, 59 anni,”l’Architetto” è stato arrestato stamane all’alba dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria del capoluogo siciliano. Secondo le indagini sarebbe il cassiere del clan di Tommaso Natale che, dopo l’arresto dei Lo Piccolo, avrebbe tenuto la cassa e continuato a gestire affari ed estorsioni. Il suo braccio destro, in manette anche lui, sarebbe Giovanni Angelo Mannino, 57 anni, presunto appartentente alla cosca di Torretta e cognato di Salvatore “Totuccio” Inzerillo.

 

Larchitetto Liga mentre entra a palazzo dOrleans

L'architetto Liga mentre entra a palazzo d'Orleans

Ad accusare Liga ci sono 4 pentiti: Isidoro Cracolici, Franco Franzese, Gaspare Pulizzi e l’avvocato Marcello Trapani. Contro lui anche le intercettazioni che lo chiamavano in causa come “capo” di Tommaso Natale quando gli altri boss – arrestati nell’operazione Perseo – stavano facendo l’orgnigramma di Cosa nostra, ignari che gli invetigatori li stavano ascoltando.

Liga era un insospettabile. Reggente regionale del Movimento cristiano lavoratori, è un professionista molto conosciuto in città. I finanzieri lo hanno intercettato quando, il 2 giugno 2009, ha ricevuto una chiamata dalla segreteria del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Pedinato, è stato visto entrare a palazzo d’Orleans per uscire solo dopo circa mezz’ora.

Con lui in manette sono finiti anche Agostino Carollo, 45 anni, e Amedeo Sorvillo, 57, due imprenditori considerati prestanome di Liga nella “Eu. te. co”, impresa edile. E il suo presunto braccio destro, Giovanni Angelo Mannino, 57 anni, accusato di mafia e cognato di Totuccio Inzerillo, il capomafia ucciso nel 1981 dai “corleonesi” che avevano così dato avvio alla mattanza palermitana. Coinvolto nell’operazione “Iron Tower” era uscito assolto da tutte le accuse e aveva aperto una ristorante, “Lo Sparviero”, in via Sperlinga, in pieno centro a Palermo.

Ancora una volta si segnala come – dopo il ciclo dei “corleonesi”, tutti ormai in carcere – i vecchi boss “palermitani” stanno riprendendo terreno a riacquistando il potere che avevano prima degli anni ’80. Le indagini sono state coordiante dai sostituti procuratori Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi e Marcello Viola nonché dall’aggiunto Antonio Ingroia. A firmare il provvedimento è il gip di Palermo Silvana Saguto.


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