CATANIA. Il Pd a rapporto. Correnti e mal di pancia messi da parte per “accogliere” il ministro delle Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi. A Palazzo Platamone ci sono tutti. Proprio tutti. “Forse siamo stati troppo prudenti”, chiosa il sindaco Bianco che fa gli onori di casa e allude alla sala diventata improvvisamente piccola.
Di fianco al ministro c’è Anna Finocchiaro: “Quello del referendum di ottobre è un appuntamento solenne”, attaccata la presidente della commissione che ha preparato la Riforma. Prendono la parola anche, Berretta, Albanella, Faraone, Napoli e Burtone.
Poi, finalmente, tocca a lei: Maria Elena Boschi. L’invito è uno soltanto: quello di portare avanti le ragioni del Sì. “Siamo adesso nella fase in cui si parte davvero. Dobbiamo arrivare al referendum di ottobre e decidere se vogliamo dare o no una svolta al nostro Paese. Tra Camera e Senato vi sono stati oltre 4500 interventi sulla Riforma: questo significa che c’è stato un confronto nel merito. Un confronto vero. È stato un lavoro che, adesso, consegnamo a voi: serve il vostro e il nostro impegno nelle piazze, nel lavoro, nelle nostre associazioni. Il Partito Democratico arriva unito a questo appuntamento. Non sarà una campagna referendaria semplice. Tutte le opposizioni sono sul fronte del No, per cui non dobbiamo sottovalutare nulla: dobbiamo avere la forza di difendere le nostre idee con orgoglio. Con la capacità di rispondere alle obiezioni che arriveranno”.
E ancora: “Dovremo confrontarci su tre posizioni politiche. Una riguarda quella per partito preso: questa Riforma non deve passare perché l’abbiamo fatta noi. Ma questo è il partito che sta cambiando volto al Paese. Un’altra è quella di chi dice che c’è qualche particolare che andava scritto in modo diverso: di sicuro, non possiamo rimandare alla prossima legislatura. È questa la volta buona. La terza obiezione è quella di chi dice che non si tratta di una Riforma perfetta: questa è la Riforma che è il frutto di una mediazione che ha provato a mettere d’accordo tutti. Abbiamo fatto lo sforzo di lavorare anche la Lega: Lega che poi ha cambiato idea perché è stato eletto un nuovo segretario. Forza Italia ha lasciato perché non ci siamo adeguati alla loro scelta a proposito dell’elezione del Presidente della Repubblica”.
La campagna referendaria è appena partita.