Sicilia, campo minato all'Ars per la riforma enti locali

Ars, campo minato per il ddl sugli enti locali: incombe il voto segreto

Il testo potrebbe subire modifiche profonde
IL PARLAMENTO REGIONALE
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PALERMO – L’unica cosa certa è l’arrivo in Aula martedì, ma il futuro del disegno di legge che ridisegna la vita degli enti locali in Sicilia è a dir poco nebuloso. Sul ddl Enti locali, infatti, incombe lo spettro dei franchi tiratori e alla fine la legge potrebbe essere stravolta.

Di Paola annuncia battaglia parlamentare

Venti di guerra dal Movimento cinque stelle, con il vice presidente dell’Ars Nuccio Di Paola che non ha mandato giù la cancellazione della norma che consentiva ai sindaci di nominare un assessore in più a costi invariati. La maggioranza in commissione Affari istituzionali, dove la presidenza è affidata al democristiano Ignazio Abbate, ha fatto decadere l’articolo seguendo un preciso ordine di scuderia giunto dal governatore Renato Schifani.

Di Paola ha annunciato battaglia parlamentare e ora lascia intuire che il percorso del ddl non sarà privo di pericoli. “Schifani da mesi sbeffeggia l’Ars e ha fatto passare i sindaci per poltronisti – dice -, farò in modo che capisca un concetto: l’Assemblea va rispettata e i gruppi parlamentari devono avere la propria autonomia”.

La norma sull’assessore aggiuntivo

Il deputato M5s non scopre le carte ma a questo punto è facile intuire che la norma sugli assessori sarà ripresentata sotto forma di emendamento ed è lì che si nasconde uno dei tanti punti interrogativi per la maggioranza, che sui vari aspetti del ddl non è compatta. Su diversi articoli, anzi, potrebbero formarsi maggioranze trasversali.

Dalle parti dell’opposizione Sud chiama Nord ha un atteggiamento positivo sul punto, “anche se questo disegno di legge – precisa Cateno De Luca – non ci appassiona”. Il leader ScN ha a cuore soprattutto il rispetto dei temi per le relazioni periodiche dei sindaci, dettaglio inserito nel ddl: “La norma sugli assessori? La maggioranza ha subito il diktat di Schifani, che sembra diventato più grillino dei grillini. Potrebbe anche restare ma deve avere una sua logica”.

Il Pd osserverà i giochi. “Il nostro punto di riferimento è la norma nazionale, alla quale ci uniformiamo – spiega il capogruppo Michele Catanzaro -, siamo comunque al fianco dell’Anci per le norme richieste dall’associazione. Lotteremo anche per difendere gli articoli sui revisori contabili e per far salire la quota della rappresentanza minima di genere nelle giunte dei piccoli comuni almeno al 40% (al momento è al 20%, ndr)”.

A conti fatti, la possibilità di nominare un assessore in più fa gola a tutti i partiti, di maggioranza e opposizione. “Non ci saranno ordini di scuderia – sussurra un deputato di centrodestra -, la verità è che questo ddl rischia di essere stravolto a colpi di voto segreto”.

Maggioranza divisa

Il nodo è interno alla maggioranza e c’è attesa sia per gli emendamenti che saranno presentati prima dell’aula, con termine ultimo venerdì, che per quelli in corso d’opera. Radio-Ars racconta di una ostilità da parte di Fratelli d’Italia all’articolo che apre al terzo mandato per i sindaci dei Comuni dai cinque ai quindicimila abitanti. A rischio anche la mini-riforma che ha trovato casa dentro il ddl, quella che rivede le regole per la scelta dei revisori contabili e del presidente del collegio.

Incognita elezioni comunali

Altra incognita della riforma degli enti locali riguarda il voto in alcuni comuni nell’ottobre del 2025. Sono quei centri che, a causa dell’emergenza Covid, videro slittare il voto per le Amministrative e che adesso andrebbero a scadenza nell’ottobre del prossimo anno. Il problema, però, è dato dall’assenza della sessione di voto autunnale in Sicilia, che andrebbe istituita con una norma.

La Lega sembrerebbe premere per il voto già ad ottobre del prossimo anno, mentre la Dc guarda alla primavera del 2026. I riflettori, in questo caso, sono puntati su Raffadali, cittadina amministrata da Silvio Cuffaro, fratello dell’ex governatore che guida i democristiani. Un’incognita in più per un disegno di legge che rischia di finire vittima dei franchi tiratori.


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