Ars, il ristorante a perdere | E' costato un milione - Live Sicilia

Ars, il ristorante a perdere | E’ costato un milione

Dino Fiorenza

Il ristorante dell'Ars sarebbe un'opera a perdere. Nonostante il costo cospicuo: circa un milione di fondi. Ovviamente pubblici.

La denuncia di Dino Fiorenza
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3 min di lettura

PALERMO- Doveva fungere da ristorante per deputati e personale dopo la chiusura delle cucine della buvette perché considerate non idonee, ora però la tensostruttura, che sarebbe costata circa un milione di euro di fondi pubblici, rischia di trasformarsi in una vera e propria opera “incompiuta” all’interno del Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, il più antico d’Europa. Realizzata nel giardino del Palazzo circa un anno fa, da mesi la struttura è abbandonata, il bancone è vuoto, le grandi porte chiuse; accanto c’é un tendone che è stato svuotato, le sedie e i tavolini sono accatastati l’uno sopra l’altro, nella vetrata è affisso un foglio con l’avviso che per il ristorante bisogna salire al piano parlamentare. Il caldo d’estate e il freddo d’inverno hanno resa di fatto inutilizzabile la struttura, quasi tutta in vetro e acciaio. “Stavamo d’inverno col giubbotto e d’estate con i ventilatori a palla, perché era come una serra”, dice un dipendente dell’Ars.

Da qualche mese i pasti per i parlamentari e i pochi dirigenti dell’Assemblea autorizzati vengono cucinati all’esterno del Palazzo e consegnati ogni giorno in appositi contenitori. Il servizio non vale per il resto del personale, che mesi sono costretti a portarsi il pranzo da casa o a mangiare i panini con salumi forniti al bar. Una situazione che viene vissuta con sofferenza dal personale, che prima della chiusura delle cucine poteva usufruire di pasti caldi in un locale attiguo alla buvette, riservata solo agli onorevoli e ai loro ospiti. Per ristrutturare le cucine del ristorante interno, gli uffici dell’Ars avrebbero ricevuto alcuni preventivi, il costo si aggirerebbe intorno ai 500 mila euro, la metà di quanto è costato il ristorante-tenda fatto realizzare durante la precedente legislatura.

Avevamo iniziato i lavori nella vecchia cucina – spiegano i funzionari dell’Ars – ma Palazzo dei Normanni è una struttura complessa, la cucina è nella parte alta dell’edificio ed è subito stato chiaro che i costi per adeguare gli impianti sarebbero stati molto alti, anzi troppo alti. Così è stato deciso di risparmiare, chiudendo la cucina e affidandoci a un servizio di catering esterno che, una volta a regime, dovrà fornire due tipologie di pasti: per i deputati e per i dipendenti. Oltretutto in questo modo recupereremo i locali dell’attuale cucina, che saranno destinati agli uffici dell’Ars”. Dino Fiorenza, deputato-segretario del Pds-Mpa componente del Consiglio di presidenza dell’Ars, vuole vederci chiaro. “Voglio capire per quale motivo è stato deciso di realizzare la strutture nel giardino anziché ristrutturare le cucine della buvette, quanto è costata l’operazione e se invece di abbandonarla al degrado può essere utilizzata per altri scopi”.

Nessuna cattedrale nel deserto: l’ombraio riapre alla fruibilità di deputati, personale e turisti già da gennaio”. Lo afferma il segretario generale aggiunto dell’Assemblea regionale siciliana, Paolo Modica de Mohac commentando le notizie sulla struttura realizzata nel giardino del Palazzo dei Normanni circa un anno fa. “La sua riqualificazione – prosegue – rientra in un quadro complessivo di criticità strutturali che l’Amministrazione dell’Assemblea regionale siciliana ha presentato agli organi di autogoverno interni già nel 2011, insieme con la messa a norma delle cucine che risultavano inagibili secondo le norme di sicurezza”. “E’ in ogni caso rimessa alla valutazione degli organi di autogoverno della nuova legislatura – osserva – la decisione in ordine ai lavori di ristrutturazione della cucine”.


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