PALERMO – Ci sono nuovi conti correnti da spulciare. Le indagini sulle spese dei gruppi parlamentari si estendono ad alcuni rapporti bancari finora non presi in considerazione. La Procura ha affidato ai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria il compito di acquisire la documentazione.
A ciascun gruppo parlamentare della legislatura appena conclusa risulta intestato più di un conto. Due a testa per Pdl, Mpa, Fli, Gruppo Misto, Udc e Pid. Pd e Grande Sud ne hanno tre. C’è da dire che nel 2010 Banca Nuova è subentrata al Banco di Sicilia nel servizio di tesoreria regionale. Il numero dei conti potrebbe essere giustificato da questo passaggio. In ogni caso è giunta l’ora di verificare i movimenti dei vecchi conti correnti ormai chiusi, ma le cui tracce restano all’anagrafe tributaria. In altre circostanze, ad esempio in casa Pd, l’apertura di un terzo conto vincolato è motivato dalla scelta di farvi confluire i soldi per i Tfr dei dipendenti.
C’è, dunque, da rimboccarsi le maniche fra cifre (molte) e pezze d’appoggio (poche). Qualche anomalia è già saltata fuori dal lavoro degli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Sergio Demontis e Maurizio Agnello. I soldi di un gruppo ad esempio sarebbero transitati su un conto personale. Un residuo di otto mila euro scovato tra le pieghe del passaggio da un gruppo a un altro. Per cosa sono stati spesi e perché sono finiti sul conto personale?
Molti invece, i prelievi in contanti. Uno, due, tre giorni di fila. Due, tre, quattro mila euro alla volta. Fino a raggiungere, in un caso, la cifra record di 50 mila euro. Ed ancora: politici in viaggio con mogli e fidanzate al seguito. Insomma, il lavoro non manca.