PALERMO – Ennesimo stop a palazzo dei Normanni ed è caos politico. L’Assemblea regionale siciliana ha rinviato in commissione “Affari istituzionali” il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa, proposto dal governo regionale e all’esame di Palazzo dei Normanni. Dopo che numerose volte in Sala d’Ercole è mancato il numero legale, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè è stato costretto a cedere alla richiesta delle opposizioni. “Io faccio applicare le regole – ha commentato dopo la seduta il presidente dell’Ars -. Posso essere sincero? Le opposizioni stanno favorendo la maggioranza. Dato che sono di più, se non volessero essere d’aiuto – ha spiegato Miccichè –, al posto di chiedere la verifica del numero legale chiederebbero di votare e boccerebbero il disegno di legge”.
Ieri nella votazione del primo articolo della legge era mancato il numero legale per ben due volte. Anche oggi si è ripetuto lo stesso caso e così dopo un primo rinvio, sala d’Ercole ha preso atto della mancanza delle condizioni per esaminare la legge. È stato il capogruppo del Partito democratico Giuseppe Lupo a fare saltare fuori le contraddizioni di un aula con pochi deputati presenti e con una maggiore presenza dei deputati di minoranza. “È evidente – ha affermato il capogruppo dem – che non c’è più l’interesse della maggioranza a portare avanti l’esame di questa proposta di legge. Meglio – ha proseguito – liberare l’aula dall’esame di questo ddl per passare all’esame di altri disegni di legge più urgenti e importanti”.
Per il governo è intervenuta l’assessore alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso che ha confermato la volontà del governo di mantenere il ddl all’esame di Sala d’Ercole. Per rafforzare la posizione del governo ha preso la parola anche l’assessore al Territorio Toto Cordaro. “Una maggioranza non c‘è mai stata – ha esordito Cordaro -, ci sono due coalizioni: una di maggioranza e una di opposizione. Questo ddl non ha nulla di politico perché guarda alla semplificazione della burocrazia e alle imprese. Visto che il presupposto di questo ddl è la piena condivisione del testo fra maggioranza e opposizione allora – ha continuato l’esponente del governo – chiedo all’opposizione di contribuire all’approvazione della legge attribuendosene il merito. Domani, altrimenti, dovremo dire agli imprenditori che attendono questa legge che non l’abbiamo approvato per un problema meramente politico. È un segnale sbagliato”. A nulla sono serviti gli appelli. I deputati presenti hanno votato mettendo ko governo e maggioranza.
Appena uscito da Sala d’Ercole Gianfranco Miccichè ha commentato quanto accaduto in aula. “Mi sembra – le parole del presidente dell’Ars – che non ci si renda conto che le leggi non si approvano facendo l’appello alla responsabilità all’opposizione. La maggioranza si deve dare una regolata e deve cominciare a essere presente. Se non c’è una maggioranza o torniamo a votare o allarghiamo la compagine di governo. La politica è questa”.
Miccichè ha poi contestato il metodo proposto dall’assessore Cordaro. “Mi rifiuto di fare appelli all’opposizione – ha sentenziato il presidente dell’Ars che è pure commissario di Forza Italia -. Un tale appello si può fare una volta nella storia: in caso di guerra. L’opposizione – ha poi proseguito – deve fare il suo mestiere. Da parte loro non c’è una forma di cattiveria. C’è piuttosto una richiesta di una risposta politica seria. Ed è giusta che ci sia”.
Anche Giuseppe Lupo, fuori dall’aula, ha esaminato quanto è accaduto in Sala d’Ercole. “Il problema di Musumeci – ha detto – non è solo che non ha maggioranza. Musumeci non ha neanche più governo dato che i suoi assessori non partecipano alle sedute dell’aula. Preferiscono fare campagna elettorale piuttosto che stare in aula e cosi fanno del male alla Sicilia”.