PALERMO – Tempo di calcoli all’interno della maggioranza che sostiene Rosario Crocetta all’Assemblea regionale. Il clamore mediatico creato dalla maxi rotazione di dirigenti e funzionari regionali non ha distolto il governatore da un obiettivo ben preciso: raggiungere la fatidica soglia di 45 deputati a Palazzo dei Normanni, con la creazione di una “quarta gamba” nella coalizione di governo che possa consentire all’esecutivo una navigazione più tranquilla all’Ars.
In queste ore si decidono i nuovi assetti di Sala d’Ercole, che a pochi mesi dal suo insediamento rischia di cambiare radicalmente volto in termini di gruppi e alleanze. La formazione delle liste per le Politiche ha creato una nutrita frangia di delusi e così il presidente della Regione ha messo in moto la macchina delle trattative per intercettare i malumori dei vari schieramenti e consolidare definitivamente la sua maggioranza. L’asse creato con i grillini per l’elezione della vicepresidenza vicaria del Parlamento e delle commissioni, infatti, non lascia del tutto tranquillo Crocetta. Davanti alla ferma volontà dei Cinque Stelle di mantenere un appoggio esterno sui singoli provvedimenti, il pallottoliere di Palazzo d’Orleans si è rimesso in movimento guardando altrovre.
La prima mossa è stata il rientro di Nello Dipasquale all’interno della lista del Megafono (che accoglierà anche Marco Forzese, in rotta con l’Udc). Una decisione che ha fatto scendere il suo ex gruppo sotto la soglia dei cinque componenti. I quattro rimasti (Alice Anselmo, Marcello Greco, Salvatore Lo Giudice e Gianfranco Vullo) non hanno intenzione di seguire ancora una volta le orme di Dipasquale, ma per mantenere in vita il gruppo avranno bisogno di una deroga che il Consiglio di Presidenza difficilmente concederà. La linea del rigore imposta dal presidente, Giovanni Ardizzone, mal si concilierebbe con le spese che il mantenimento di un gruppo comporta. Crocetta ha incontrato i quattro a Palazzo d’Orleans, esprimendo il desiderio di vederli rientrare tutti sotto le insegne del Megafono: tentativo riuscito soltanto a metà. I componenti di “Democratici e riformisti per la Sicilia” hanno opposto un cortese ma fermo “no grazie”, ribadendo comunque “la massima fedeltà” al governatore. Le due parti hanno raggiunto un compromesso: una dichiarazione di principi che sancisca ufficialmente, magari con una conferenza stampa, l’autonomia dei quattro ma anche la loro fedeltà al progetto di governo.
Una questione di aritmetica legata a doppio filo con la seconda fase dell’operazione che in questi giorni il presidente della Regione sta portando avanti sul fronte degli scontenti del centrodestra. Una trattativa che prosegue in parallelo e che porterà gli ormai ex componenti di Grande Sud (Cimino, Savona, Tamajo e forse Lantieri) nello schieramento favorevole al governatore. Ulteriore linfa arriverebbe con l’ingresso in quest’area di Pippo Gianni, che ha chiuso i suoi rapporti con il Pid di Saverio Romano, mentre nelle ultime ore si fa anche il nome di Giuseppe Picciolo. Il deputato Mpa è già protagonista di un cambio di casacca nella parte finale della scorsa legislatura: eletto nel Partito democratico, lo abbandonò per entrare tra gli autonomisti. Picciolo è tra i più scontenti dell’intesa Lombardo-Berlusconi e sembra sul punto di abbandonare la navicella dei fedelissimi dell’ex governatore. Qualora tutto andasse come sperato da Crocetta, il quarto pilastro su cui poggiare il suo governo conterebbe così dieci elementi. Il nuovo gruppo, unito ai 17 deputati del Pd, ai 12 dell’Udc e ai sette della lista Crocetta, darebbe al governatore la maggioranza assoluta con 46 deputati.
“C’è grande traffico a Palazzo dei Normanni”, sussurrano fonti qualificate della maggioranza e così, per cercare di mettere un po’ d’ordine “in una situazione molto fluida” e tirare le somme, è stato fissato un nuovo appuntamento per domani. Tutti i protagonisti della vicenda si vedranno permettere al proprio posto le tessere del puzzle. Crocetta non parteciperà in prima persona, ma il pallottoliere di Palazzo d’Orleans continuerà comunque i suoi calcoli.