PALERMO – Semaforo verde dell’Ars alla manovra. Con 33 voti favorevoli, 19 contrari e tre astenuti l’Assemblea regionale ha approvato il disegno di legge che movimenta circa 560 milioni di euro: somme da impegnare necessariamente entro la fine del 2024. All’iniziale stanziamento del ddl, si sono aggiunti infatti ulteriori 210 milioni frutto delle maggiori entrate.
Poco prima del voto finale, Sala d’Ercole aveva approvato anche il maxi-emendamento del governo con una serie di misure aggiuntive, come il contributo ‘una tantum’ di cinquemila euro in favore delle famiglie a basso reddito. La norma istituisce un fondo presso l’Irfis FinSicilia con una dotazione di trenta milioni di euro. I beneficiari del fondo saranno destinati ad attività socialmente utili. Toccherà alla Giunta varare con una nuova delibera le regole per l’ottenimento del bonus.
Feeling tra De Luca e il governo
Sull’assegno di povertà il governo ha trovato sulla sua strada anche la collaborazione di Cateno De Luca. Il leader di Sud chiama Nord ha proposto una modifica che introduce il lavoro in favore dei Comuni per i percettori dell’assegno Proposta accettata di buon grado dal governatore Renato Schifani, che ha dato atto al suo ex avversario delle Regionali del clima costruttivo di collaborazione. Sud chiama Nord, alla fine, ha dato il suo sì alle variazioni di bilancio: “È un testo sul quale abbiamo lavorato assieme, e voglio dare atto della metodologia che oggi abbiamo registrato e del lavoro che è stato fatto”, le parole del leader ScN.
Schifani: “Dialogo anche per la Finanziaria”
“Un assestamento di bilancio che guarda alle emergenze, come la siccità, alla crescita e al sociale – ha affermato il presidente della Regione conversando con i cronisti in sala stampa -. Siamo stanchi ma soddisfatti”.
Poco prima, in aula, il governatore aveva ringraziato il Parlamento per l’atteggiamento di dialogo tenuto durante tutto l’esame della manovra: “C’è stata una ottima interlocuzione con il Parlamento, non potrà che essere così anche in occasione della legge di stabilità. Ciascuno di noi ha le proprie idee e le proprie ideologie ma occorre sempre avere rispetto per gli altri. Un rispetto che in questa occasione ho vissuto in maniera maggiore verso la mia persona, e di questo ringrazio il Parlamento”. E infine: “In questi giorni mi sono arricchito grazie alla partecipazione al dibattito, ho conosciuto molti di voi e ho potuto fare in modo che un rapporto politico possa diventare anche rapporto umano”.
E ancorai ringraziamenti al presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno “per l’attività di sintesi e mediazione con i gruppi parlamentari e i singoli deputati di maggioranza e opposizione che ha consentito una veloce approvazione del testo”. Da Schifani un ringraziamento anche all’assessore Alessandro Dagnino “che, coordinando gli uffici dell’Economia, ha permesso la stesura di una manovra di grande impatto per il tessuto economico e sociale della Regione”.
Galvagno: “Bene il dialogo col governo”
Dello stesso tenore anche le parole di Galvagno, che ha ricambiato i ringraziamenti: “Il presidente della Regione è stato qui per tre giorni. Ha dato testimonianza di un confronto diretto con tutte le forze politiche. Un’apertura importante per la nostra terra dal momento che affronteremo anni difficili in cui dovremo fare scelte importanti”.
Dagnino: “Grande iniezione di liquidità”
A Dagnino il compito di entrare nei numeri della manovra-quater: “Con la spesa degli interventi finanziati, gli uffici, nelle prossime settimane, immetteranno nell’economia regionale mezzo miliardo di euro, generando un ulteriore effetto sulla crescita regionale – ha evidenziato -. Rivendico con forza il fatto, davvero straordinario, che quasi il 90 per cento delle risorse discrezionali della manovra è destinato a investimenti che produrranno un significativo sviluppo pluriennale oltre alla risoluzione di alcune criticità”.
Le note stonate
Un paio di passaggi a vuoto, però, il governo è costretto a registrarli. Il primo sullo stralcio della norma che stanziava 12,5 milioni di euro per l’acquisto del palazzo ex Sicilcassa di Palermo. Il secondo sul voto segreto che ha affossato i trenta milioni di euro di agevolazioni per le imprese da affidare nelle mani dell’Irfis.
La manovra-quater in pillole
Una trentina gli articoli della manovra-quater. Per l’emergenza siccità vengono stanziati 65 milioni di euro, incrementando inoltre di 20 milioni di euro i capitoli di spesa relativi agli interventi di protezione civile per le calamità. Oltre 50 milioni arriveranno per i sussidi al mondo dell’agricoltura piegato dalla crisi (bonus fieno, minori raccolti cerealicoli, peronospora, blue tongue, brucellosi, comparto apistico), dieci milioni sono destinati alla bonifica dei siti contaminati.
Circa 55 milioni vanno agli interventi in materia di mobilità: 19 per il trasporto pubblico locale, dieci per i trasferimenti nelle isole minori, 17 per il contrasto al caro-voli e dieci in favore degli aeroporti minori. Per gli enti locali sono stanziati oltre 15 milioni: 11 per i Comuni in dissesto, 3,5 per gli enti a cui sono state trasferite infrastrutture dall’Irsap, due per gli enti interessati dall’emergenza per la crisi vulcanica. Oltre 30 milioni saranno destinati alla contrattazione collettiva regionale. Approvata, inoltre, la stabilizzazione dei precari delle Camere di commercio.
Nel settore sociale il prestito d’onore agli universitari, ritornato nella versione originaria, vale 10 milioni, mentre i maggiori stanziamenti per l’Asacom valgono otto milioni. Altri 12,5 milioni di euro nel fondo per le disabilità gravissime e 1,2 milioni per il sostegno dei lavoratori delle aree di crisi complessa di Termini Imerese (Palermo) e Gela (Caltanissetta). Vi libera, infine, anche alla stabilizzazione dei precari storici delle Camere di commercio siciliane.
Pioggia di reazioni, intanto, dal mondo politico regionale. La maggioranza plaude alla legge appena approvata, critiche le opposizioni. Per Il Pd “si poteva e doveva fare di più”, mentre i Cinquestelle hanno segnalato “le troppe lacune” della manovra. Di tenore opposto i commenti di FdI, FI, Lega, Mpa e Dc.