PALERMO – Alla fine l’Ars chiude perché manca il numero legale. Le opposizioni hanno fatto mancare le presenze e così per l’ok definitivo a uno dei ddl “collegati del collegato” che era in discussione bisognerà aspettare fino a domani. Sempre oggi invece, con 33 voti favorevoli e 25 contrari, è arrivato il voto finale sulla legge che sblocca la capacità della Regione di assumere.
L’Ars ha esaurito però il secondo dei ddl collegati al collegato della prima commissione, quello con le norme che riguardano gli enti locali, una legge in cui fra stralci e articoli soppressi è rimasta solo qualche norma. La più importante è norma salva Catania che consente il ricorso al fondo creato lo scorso dicembre. Poi c’è un articolo che consente agli enti pubblici di mettere a disposizione mezzi e infrastrutture, uno che si occupa di contributi straordinari non iscritti in bilancio da alcuni enti locali e poi ancora una norma sulla fuoriuscita del personale precario e un contributo per il personale in sovranumero.
Anche in questo caso le opposizioni si sono fatte sentire ottenendo la soppressione di un articolo che avrebbe consentito di aumentare lo stipendio dei consulenti del sindaco fino al tetto dello stipendio del segretario generale del Comune. Il governo si è schierato contro la norma che così non è passata. L’esecutivo regionale d’altronde sul ddl si è rimesso quasi sempre all’aula lasciando ai deputati la scelta sulla sorte da far fare alle norme. Per il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo questi sono chiari segnali di debolezza: “Il governo Musumeci – ha commentato – è allo sbando senza una linea politica e un progetto per la Sicilia”.
La lite fra i deputati d’altronde, da qualche seduta a questa parte non è mai sui testi che arrivano in aula con l’ok delle commissioni di merito ma è, sugli emendamenti “fuori sacco”. Durante la seduta il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè è arrivato a dovere imporre una specie di “tagliola”. “Ogni deputato ha il suo aggiuntivo – ha spiegato a Giorgio Assenza che insisteva per farne votare uno – così farò votare subito solo le questioni urgenti, per il resto se ne riparlerà domani”.
Proprio domani infatti è atteso in aula il collegato della commissione Cultura, la riproposizione in una nuova veste della Tabella H. Proprio questo ddl potrebbe essere l’ultimo in discussone prima della pausa estiva e così c’è da pensare di rinvio in rinvio, quello che si sta per discutere sarà il ddl in cui alla fine dovranno essere esaminati tutti i fuori sacco che da mesi attendono di essere discussi nell’interesse del territorio.