Sicilia, il voto segreto come prova di fedeltà al governo: l'azzardo

Il voto segreto come prova di fedeltà al governo, l’azzardo nel centrodestra

La Dc lancia l'aut aut

PALERMO – Il voto segreto sul voto segreto all’Ars. Il gioco di parole è presto fatto per il feticcio sul quale si sviluppa l’ultimo dibattito della politica siciliana. Le opposizioni difendono lo strumento parlamentare, la maggioranza si dice “unanime” nel volerne la cancellazione. Nel campo del centrodestra, però, il tema potrebbe presto diventare uno strumento per stanare definitivamente eventuali nemici interni del governo.

Il Pd: “Voto segreto sul voto segreto”

Dalle parti dell’opposizione il Partito democratico difende il voto segreto, costato caro all’Esecutivo in occasione della manovra quater. I dem, con il capogruppo Michele Catanzaro, annunciano che in una eventuale votazione chiederebbero, manco a dirlo, il voto segreto. Sull’altra sponda del fiume Forza Italia, Fratelli d’Italia e Dc spingono per l’abolizione.

Centrodestra unanime

Tutto è nato dall’ultimo vertice di maggioranza, dal quale è emersa una posizione unanime: “No al voto segreto”. Una decisione ufficializzata con una nota diffusa da Palazzo d’Orleans e condivisa dalle forze politiche protagoniste del vertice. A quella posizione ha replicato Catanzaro: “Il voto segreto è garanzia di libertà”. Il capogruppo Pd a sua volta ha ricevuto le controrepliche del suo omologo in Forza Italia, Stefano Pellegrino, e del commissario dei meloniani in Sicilia Luca Sbardella.

Il capogruppo Pd all’Ars Michele Catanzaro

Voto segreto, il guanto di sfida della Dc

Nel centrodestra siciliano, però, di questi tempi la diffidenza è un fiume che continua a scavare voragini carsiche e così, tra le diverse prese di posizione, spunta la proposta della Democrazia cristiana che suona come un aut aut. “Di fronte all’ultima acrobazia del Pd, l’Aula dia prova di maturità, trasparenza e sensibilità istituzionale con un voto consapevole che metta fine ai giochetti e agli inciuci sulla pelle dei siciliani – le parole del capogruppo Carmelo Pace -. Se, invece, il voto segreto sarà confermato (probabilmente col voto segreto), con tutto ciò che ne consegue in termini di credibilità di questo Parlamento e dei suoi rappresentanti, chiediamoci, tutti insieme, se esistano ancora i presupposti per il prosieguo della legislatura”.

Parole che arrivano dall’ala lealista della maggioranza, quella che ha seguito gli ordini di scuderia durante la manovra quater abbandonando Sala d’Ercole. Facile intravedere nelle parole del capogruppo della Dc un alert rispetto ai livelli di sopportazione delle beghe che hanno caratterizzato la coalizione nelle ultime settimane. Un modo per chiedere ai nemici interni fino a dove siano pronti a spingersi con le loro manovre e allo stesso governatore, Renato Schifani, quanto sia disposto a sopportare il rischio continuo delle imboscate.

Uno dei partiti più fedeli al presidente della Regione, quindi, chiede chiarezza agli alleati e lo fa spingendosi fino alla ‘prova finale’ sulla fedeltà all’Esecutivo: il gioco di parole diventerebbe così un gioco d’azzardo per governo e centrodestra, che farebbero all in in una sola mano di poker.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI