Articolo 1, aspettando D'Alema |Il movimento etneo scalda i motori - Live Sicilia

Articolo 1, aspettando D’Alema |Il movimento etneo scalda i motori

Parola a Paolino Mangano, il coordinatore provinciale provvisorio della formazione nata dallo scisma nel Partito democratico.

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CATANIA – “Noi di Articolo 4…” “Guardi che vi chiamate Articolo 1…” “Mannaggia, quello del nome è un problema che dobbiamo affrontare seriamente in riunione …” Facile sbagliare, soprattutto a Catania. A Paolino Mangano, coordinatore provvisorio provinciale dell’appena nato movimento capeggiato da Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, la lingua incespica più volte. Quasi un contrappasso per chi è uscito dal Pd di Renzi grosso modo dopo l’ingresso nel partito della componente capeggiata da Luca Sammartino e Valeria Sudano. Certo, l’adieu ai compagni di via Umberto è arrivato di fatto all’indomani del referendum del 4 dicembre, sulla scorta di quei comitati referendari a difesa della Carta del 1948 – Articolo 1, nel senso che “L’Italia è una repubblica democratica”, appunto – nati proprio a Catania, con D’Alema che incalzava Paolo Gentiloni dal palco della Festa Nazionale dell’Unità alla Villa Bellini. Ma i malumori c’erano già da tempo. E lo si sapeva.

Dura a dirsi, la festa è finita e gli amici se ne sono andati. Che poi – a dirla tutta – sono proprio gli “amici” ad essere rimasti. Qualche compagno ha scelto, invece, il Movimento Democratico e Progressista. “C’è entusiasmo, tanto entusiasmo a Catania”, ribadisce il responsabile. Mangano è uno che di battaglia ne ha combattute parecchie, dentro e fuori il vecchio Pci, Pds, Ds, Pd. Gli umori di questa terra li ha vissuti tutti, dal Vaticano II alla decennale esperienza a capo del Comune di Maletto.

Manca ancora la sede, ma gli Mpd si riuniscono già in un ufficio messo a disposizione in via Napoli. Tra loro ex dem, alcuni rimasti delusi dal Cinque stelle, altri ancora da Sinistra Italiana. Insomma, ci sono e guardano già alle prossime tappe. Sarà il prossimo autunno a benedire il nucleo etneo. Si sta lavorando affinché a settembre uno tra D’Alema e Bersani possa venire in città. Allora sarà molto più chiaro il quadro politico, almeno sotto il profilo regionale.

“La linea ufficiale – spiega Mangano – è quella di individuare una candidatura credibile a sinistra, che sia di governo, non velleitaria e alternativa a Crocetta e al Pd”. Al Pd? “Sì, non credo che il partito nel prossimi mesi potrà essere in grado di cambiare rotta. Adesso non è un partito, è la somma di putie e capi bastone”. L’Mpd da movimento diventerà un partito, almeno questo sembra la strada da battere. Un percorso che Mangano immagina plurale e figlio del confronto interno: “Non mi piacciano le imposizioni dall’alto. Come quella della Festa dell’Unità. Chi ha deciso che si facesse a Catania? Non noi”

Le ferite del divorzio sono ancora aperte. E i sassolini nelle scarpe pare siano fin troppi. Benché la sua sia solo una posizione personale – non del gruppo – Mangano ne ha per Enzo Bianco e per il “compagno Saro D’Agata”. Eccolo: “Ero critico anche ai tempi del Pd, e lo sanno. Questa città non è amministrata. Rispetto agli anni del centrodestra, è cambiato poco o nulla. Soltanto che prima D’Agata era il capogruppo del maggior partito dell’opposizione, ora è in Giunta…”. Ma è prematuro parlare delle Amministrative, di alleanza o scomuniche. C’è da preparare la prima iniziativa pubblica, e sarà la presentazione del Movimento. Soltanto allora si capirà il peso della nuova forza in provincia.

 


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Commenti

    “si a Micari, no ad Alfano”?
    Facciamoci del male!

    Orlando ha fatto un gran lavoro portando sul tavolo questo nome. Più credibile del geometra Cancellieri, l’attuale Rettore di Palermo può farcela. Ingegnere, quadrato, serio, meglio di così?

    Sempre meglio del precedente che non potrà mai togliere la macchia “Cuffaro” dal suo curriculum…

    Quello che conta è il Presidente, non qualche seggio da onorevole. Accettiamo il supporto di Alfano, è stimato tra il 5 e l’8% quello che serve per spazzare i cinque stelle, la politica è compromesso e ci vogliono i numeri! Con Navarra si arriva allo zerovirgola, in perfetto stile se si vuole essere duri e puri di sinistra e far vincere i grillini.

    Bravi il popolo della sinistra che non è la cosiddetta dirigenza di via BENTIVEGNA non merita alleati del tenore di Alfano, se lo tengano Cardinale , Cracolici, Bianco, Laccoto, Lupo e similari.
    Andate da soli e senza crocettiani e crocettiane pentite sopratutto di quelle da lampeggiante davanti al parrucchiere….

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