PALERMO – Inizia con un doppio scivolone per il governo la maratona dell’Ars sui ddl Bilancio e Finanziaria, ma l’Esecutivo può comunque sorridere per avere comunque portato a casa una delle norme considerate centrali della manovra: quella sugli incentivi alle assunzioni, considerata “fondamentale” dal governatore Renato Schifani.
Governo sotto due volte, poi torna il sereno
La cronaca di un pomeriggio all’Ars racconta di due votazioni segrete andate male per il governo, che poi trova la strada del dialogo con le opposizioni e incassa il sì all’articolo 1 della legge di stabilità. Un cambio di direzione che ha visto in campo in prima persona il presidente della Regione, impegnato nel ruolo di tessitore dei rapporti con l’opposizione. Un lavoro che ha dato i suoi frutti: alcune proposte dell’opposizione sono state accolte e così Sala d’Ercole ha dato l’ok ai 150 milioni per incentivare le assunzioni.
I due ko sul bilancio
I due passi falsi, invece, hanno riguardato il bilancio della Regione. Al primo voto segreto l’Esecutivo è andato sotto con 33 voti favorevoli, e 28 contrari, su un emendamento che era stato presentato dal Movimento cinque stelle. Dopo un paio d’ore nuovo passo falso, questa volta su un emendamento proposto dall’Esecutivo e respinto con 33 voti contrari e soltanto 22 favorevoli.
Ok agli aiuti per le assunzioni
L’Esecutivo può sorridere quindi per il via libera all’Articolo 1 della Finanziaria, uno dei pilastri della manovra: lo stanziamento di 150 milioni di euro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato. L’ok dell’Aula è arrivato con una serie di modifiche concordate tra governo e opposizioni. La norma riconosce ai datori di lavoro del settore privato un contributo pari al 10% del costo annuale del personale assunto. Introdotto poi un ulteriore incentivo: un aumento del contributo del 5% per gli imprenditori che assumono donne. Quest’ultimo passaggio è stato inserito con un emendamento del deputato Pd Nello Dipasquale: “Si tratta di un intervento concreto che va nella direzione di sostenere le imprese, incentivare le assunzioni e contrastare il divario di genere nel mondo del lavoro – dice -. L’obiettivo è favorire una crescita stabile e inclusiva dell’occupazione, rafforzando il tessuto produttivo siciliano e promuovendo
Voto segreto, spuntano i franchi tiratori
La giornata si è conclusa meglio di come era iniziata per l’Esecutivo, che in apertura di seduta ha dovuto fare i conti con i franchi tiratori della maggioranza. Il primo ko è arrivato su una proposta (prima firmataria Roberta Schillaci) che modifica una spesa del bilancio triennale, assegnando nove milioni di euro tra il 2026 e il 2028 ai piani di edilizia scolastica pubblica. Fondi che serviranno all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico degli istituti. Governo e commissione Bilancio avevano dato parere contrario sull’emendamento e così si è andati al muro contro muro. Il film si è poi ripetuto, con l’Aula che ha respinto un emendamento dell’Esecutivo che trasferiva 1,3 milioni di euro alle scuole private e un milione a quelle pubbliche. L’emendamento aveva avuto l’ok da parte della commissione Bilancio ma è stato comunque bocciato.
Schillaci:” Schiaffo al governo”
“È una boccata di ossigeno per le nostre scuole disastrate che consentirà ai nostri ragazzi di frequentare le scuole siciliane in condizioni di maggiore sicurezza – ha detto Schillaci in riferimento al primo voto -. C’è ancora tanta strada da fare in questa direzione, ma quello di oggi è certamente un buon inizio. Questo schiaffo al governo è la premessa di quanto potrà accadere con la finanziaria nei prossimi giorni. Devono capire che non possono fare quello che vogliono, mettendo i veri bisogni dei siciliani sempre all’ultimo posto”.

De Luca (M5s): “Campanello d’allarme per il governo”
Sul secondo ko del governo arriva il commento del capogruppo M5s Antonio De Luca: “Era una norma inaccettabile, specie in un momento in cui le scuole pubbliche mancano praticamente di tutto. È il segnale di un preciso e assurdo indirizzo politico del governo, assolutamente non condivisibile. Se il governo ha intenzione di legiferare in questo modo, non è difficile prevedere che la finanziaria sarà un Vietnam per loro”. E ancora: “Speriamo che le prime batoste arrivate per l’esecutivo con la legge di Bilancio suonino come un campanello d’allarme per Schifani e i suoi assessori e li inducano a rivedere tante delle norme presenti nel testo di una finanziaria veramente pessima”.
Turano: “Basito per il voto segreto”
L’assessore all’Istruzione, Mimmo Turano, si è detto “basito” per quanto accaduto in aula. “Nutro profondo rispetto per il Parlamento siciliano e per le decisioni assunte dall’Aula – ha detto – ma non posso che restare basito per la richiesta di voto segreto avanzata dal Movimento 5 Stelle sull’emendamento che serviva a finanziare le sezioni primavera. Si tratta di servizi socio-educativi integrativi rivolti ai bambini dai 24 ai 36 mesi, che svolgono una funzione essenziale”.
Turano ha poi ricordato che in Sicilia “le sezioni primavera attive sono complessivamente 265, di queste 245 sono gestite da istituti paritari privati e 20 da istituti statali”. Secondo l’assessore all’Istruzione “con il voto di oggi il Parlamento regionale si assume la responsabilità di mettere a rischio un servizio essenziale”.
Scontro sui fondi alla scuola
Il tema dei fondi alle scuole pubbliche ha surriscaldato il clima in queste prime battute a Sala d’Ercole. Il Pd, con in testa Mario Giambona, ha presentato un pacchetto di emendamenti che modificano le decisioni del governo sulla distribuzione delle risorse tra scuola pubblica e scuola privata. Di Paola, che guidava l’Aula come vice presidente vicario, ha sospeso i lavori per consentire al governo di ragionare sulle proposte arrivate dall’opposizione evitando così altri scivoloni. Alla ripresa dell’Aula, davanti alle rassicurazioni del governo, Giambona ha ritirato gli emendamenti “ma sulla scuola pubblica – ha avvertito il deputato dem – non arretreremo”.
Giambona ha poi commentato così il doppio ko del governo: “Ancora prima di entrare nel vivo della Finanziaria, il governo regionale è andato sotto due volte in Aula. Un segnale politico chiarissimo che certifica lo stato di profonda fragilità e confusione della maggioranza che sostiene Schifani”
La cura dimagrante della Finanziaria
Prosegue, intanto, il lavoro di approfondimento tecnico-giuridico da parte degli uffici della presidenza dell’Ars, che devono sfoltire il testo della Finanziaria depurandolo dalle norme ordinamentali inserite in commissione Bilancio. Contro questa ipotesi oggi si è scagliato il capogruppo di Sud chiama nord Cateno De Luca. Se ne riparlerà domani, mercoledì 17 dicembre, alla ripresa dell’aula.

