Asili nido, Iannitti:| “Ceti deboli calpestati” - Live Sicilia

Asili nido, Iannitti:| “Ceti deboli calpestati”

di Roberta Fuschi - Un sit-in di protesta in Piazza Duomo e dentro l’aula del consiglio comunale. Una delegazione viene ricevuta dall’assessore Trojano e da Francesco Marano. Ma i risultati non sono quelli sperati, anzi. Iannitti: “Proposte irricevibili”.

CATANIA. “Salviamo gli asili nido”. La scritta, che capeggia sullo striscione che i manifestanti espongono in Piazza Duomo prima e dentro l’aula consiliare poi, è il simbolo di un lungo pomeriggio di protesta. Ma anche di una fumata nera. Sono le sedici e la piazza principale della città inizia a popolarsi di militanti di “Catania Bene Comune”, mamme e lavoratrici degli asili comunali. Gli obiettivi dichiarati sono almeno tre: l’azzeramento del piano di ristrutturazione degli asili, il ripristino della tabella di contribuzione sulla base del reddito e bloccare qualunque forma di esternalizzazione del servizio. “Noi pensiamo che ci voglia un tavolo di confronto tra i genitori, i lavoratori delle cooperative, i dipendenti comunali e l’amministrazione per redigere una nuova proposta”, dice Matteo Iannitti. “La proposta di Bianco già è di per sé una modifica del piano di riequilibrio”, aggiunge. “E’ un bluff dire che il piano di riequilibrio non si può modificare, semmai va modificato nella maniera giusta”.

 Intorno alle diciassette il gruppo decide di entrare nell’aula consiliare. La presidentessa Raciti sembra un po’ spiazzata quando i militanti espongono lo striscione.   Passa mezz’ora e finalmente una delegazione, costituita da Iannitti, un’esponente del comitato genitori e da un paio di lavoratrici, viene ricevuta dall’assessore Trojano , Francesco Marano e dal vice sindaco Marco Consoli (che poi va via). Passano tre lunghe prima che l’incontro si concluda. Ma i risultati non sono quelli sperati, anzi. La delegazione riceve una bocciatura sulla possibilità di mettere in piedi un “tavolo tecnico per formulare una proposta alternativa” sugli asili.

Lo scenario alternativo ipotizzato dall’assessore non li convince. Nello specifico, la possibilità di garantire  140 posti a un costo di 78 euro per la mattina o in alternativa 120  per tutta la giornata pagando 198 euro. “Una proposta che in sostanza rimane identica e che sancisce la chiusura degli asili perché gli utenti non se li potranno permettere”, tuona Iannitti.  Sono soprattutto i dati relativi all’attuale utenza degli asili a preoccupare la delegazione che, carte alla mano, ha appreso, durante il colloquio, che il 70% delle persone che fruiscono del servizio copre le prime tre fasce di reddito. Cioè quelle che maggiormente subiranno il rincaro della retta, ma che paradossalmente sono anche le più povere.

 “Un meccanismo iniquo”, come ripete a più riprese Iannitti. Ma per far fronte al problema l’assessore ha avanzato un’altra ipotesi, cioè di “creare degli spazi bambini per i ceti meno abbienti nelle zone a rischio della citta”. Servizi totalmente gratuiti, ma “rivolti a un massimo di novanta bambini, sprovvisti del servizio mensa e interamente affidati alle cooperative”.  Un progetto che otterrebbe la copertura finanziaria “sfruttando i fondi che provengono dalla legge 285”. L’assessore, inoltre, ha avanzato un’ulteriore ipotesi, cioè  di utilizzare i fondi Pac per tentare di “ammortizzare i costi delle rette”.  Di concreto al momentoc’è poco o niente, solo l’impegno di prorogare l’apertura degli asili fino al 19 dicembre.  Lunedì dovrebbe arrivare una circolare negli istituti per mettere tutto nero su bianco.

“L’assessore ha ammesso che il target degli asili nido è cambiato, questo servizio sarà inaccessibile per la stragrande maggioranza dei catanesi” dice Iannitti che, con amarezza, aggiunge: “I ceti deboli sono stati prima umiliati e poi calpestati”.


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