Asp, Crocetta sul caso Grossi| "Il prossimo direttore sia catanese" - Live Sicilia

Asp, Crocetta sul caso Grossi| “Il prossimo direttore sia catanese”

Intanto la Cgil e la Uil sono sul piede di guerra.

CATANIA – “Purtroppo non abbiamo strumenti per impedire la libertà delle persone”. Ci ride su il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta parlando dell’uscita di scena del direttore generale dell’Asp di Catania. Ida Grossi, infatti, lascia per andare a ricoprire il medesimo incarico ad Asti. Una decisione maturata dopo appena tre mesi dalla presa in carico della sede di via Santa Maria la Grande. Con il suo ingresso l’azienda sanitaria etnea aveva messo fine a un commissariamento durato oltre tre anni. Insomma, un beffa per utenti e lavoratori. E aggiunge Crocetta: “Lo sancisce la Costituzione, qualsiasi lavoratore può interrompere il proprio contratto e andarsene. Questa possibilità non è data alle aziende. Quanta gente dovremmo mandare? Ma dura lex sed lex”.

La patata bollente passa ora a Palermo. “Spero che già da questa settimana – aggiunge il presidente della Regione – possiamo arrivare rapidamente alla nuova nomina, che prima però dovrà passare dalla specifica commissione parlamentare. Chiederò loro di fare in fretta”. Intanto scatta la gara alla successione. Parte dei dipendenti vorrebbe il ritorno in azienda del messinese Gaetano Sirna, già commissario a Catania e attualmente direttore generale nel capoluogo peloritano. Scherzando, scherzando, però Crocetta avanza una sua di proposta: “Mi piacerebbe molto la nomina di un catanese, in modo tale che almeno stavolta non se ne vada”. Di certo c’è che al momento guiderà l’interregno Daniela Faraoni, attuale direttore amministrativo; al suo fianco rimane il direttore sanitario Franco Luca. Proprio quest’ultimo, domenica, ha atteso l’arrivo di Rosario Crocetta al convegno promosso dalla Comunità islamica di Sicilia che si è svolto alle Ciminiere. Sul prossimo nome, tuttavia, il presidente della Regione non si sbottona più del dovuto. E alla domanda se il prossimo direttore generale possa essere un uomo o una donna, la butta in cagnara: “Beh, non possiamo fare differenziazioni di genere”.

LA VOCE DEI SINDACATI

È sul piede di guerra il fronte sindacale. La CGIL di Catania denuncia la “gravissima e grottesca situazione” che vede nuovamente la ASP Catania, seconda azienda sanitaria siciliana per dimensioni, priva di manager in un momento cruciale per tutta la sanità siciliana. Dopo più di due anni di commissariamento, con conseguente immobilismo e mancanza di programmazione, e inevitabili evidenti ricadute sull’assistenza sanitaria complessiva, il nuovo direttore generale Ida Grossi, appena insediatosi ai primi di febbraio, ha rassegnato le dimissioni dopo appena due mesi di incarico. Sul caso intervengono il segretario della Camera del lavoro di Catania, Giacomo Rota e il segretario generale della Fp Cgil, Gaetano Agliozzo: “Non entrando nel merito di comprensibili scelte personali, non si può non denunciare il fatto che si trattasse di un evento ampiamente annunciato, altrimenti non sarebbe stato di pubblico dominio sin dall’inizio del mandato, ma si sperava che il governo regionale e l’assessorato alla salute avessero responsabilmente concordato un percorso minimo (non così tanto minimo però) con obiettivi fondamentali da adempiere. In questi giorni, dopo la pubblicazione a gennaio della rimodulazione della rete ospedaliera, sono state emanate le linee guida sugli atti aziendali e sulle dotazioni organiche, omettendo tra l’altro la convocazione della Commissione regionale ex art.6 del contratto nazionale della dirigenza medica, ponendo così fine al confronto propositivo con le organizzazioni sindacali tramite l’organismo di concertazione e contrattazione contrattualmente istituito”.

E ancora: “Adesso, in una fase così delicata, la Asp di Catania si trova senza manager, che tra l’altro aveva avviato il percorso interno di concertazione sulle declinazioni decentrate di tali linee guida, fondamentali alla luce di una rete ospedaliera che ha visto la chiusura del presidio ospedaliero di Giarre con percorso di rimodulazione tutto da governare, la chiusura di punti nascita, l’attivazione di nuovi servizi ancora da rendere operativi (centri Trasfusionali, Rems, Centro per l’autismo, Servizio residenziale per i Disturbi del Comportamento Alimentare, riorganizzazione dei Ppe e Pta, ridefinizione delle unità operative territoriali ecc.). Il tutto con basilare assegnazione di budget alle unità operative complesse ancora da avviare, con la cosiddetta “dipartimentalizzazione” appena abbozzata, con l’obbligo di coprire funzioni apicali scoperte o in scadenza, con il fondamentale iter di stabilizzazione del personale precario e dei vuoti in pianta organica da coprire in ordine a priorità centrate sulle necessità dell’utenza, a partire dai dati epidemiologici e non secondo vecchie logiche clientelari, risoluzione di situazioni contrattuali per dirigenza e comparto che penalizzano pesantemente gli operatori dal punto di vista economico e che se non risolte graveranno sull’azienda per le inevitabili ricadute legali. Per tutte queste e tante altre ragioni, tutte rilevanti all’interno di una struttura aziendale così complessa e strategica nell’economia complessiva della sanità catanese e regionale, la Cgil chiede una immediata assunzione di responsabilità del governo regionale e dell’assessore alla Salute affinché non si perseveri con soluzioni tampone, quale eventuale ennesimo commissariamento , ma si proceda alla immediata copertura di funzione con un direttore generale che garantisca la continuità logica del percorso appena avviato e garantisca la governance di lungo periodo necessaria”.

Scende in campo anche la Uil. “La Regione ancora una volta penalizza una parte importante della Sanità catanese. È da due anni che l’Asp di Catania non ha una stabilità amministrativa; la Sanità territoriale e quella ospedaliera del territorio sono al collasso per mancanza di una vera e propria programmazione”. Lo affermano i segretari generali di Uil e Uil Fpl Catania, Fortunato Parisi e Stefano Passarello, che aggiungono: “Le diverse gestioni commissariali si sono limitate alla gestione del quotidiano. La Uil fa appello al sindaco Enzo Bianco, per i poteri di prima autorità sanitaria che la legge gli assegna, perché convochi una conferenza dei sindaci e metta in mora la Regione”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI