Rapine, "Carateddi" alla sbarra |Chieste pene per 23 anni - Live Sicilia

Rapine, “Carateddi” alla sbarra |Chieste pene per 23 anni

Il processo scaturisce da un'inchiesta condotta dalla Squadra Mobile che nel 2011 portò all'esecuzione di un'ordinanza nei confronti dei vertici del clan. Alcuni degli imputati sono accusati anche del tentato omicidio del cinese avvenuto la sera del 31 dicembre del 2007.

assalti armati dal 2007 al 2008
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CATANIA – Per foraggiare le casse del clan dei Carateddi Sebastiano Lo Giudice aveva deciso di recuperare le somme attraverso le rapine. Assalti armati a banche e gioiellerie che potevano in un sol colpo finanziare gli acquisti di droga, e soprattutto della costosa cocaina. Il processo che si celebra davanti al Tribunale di Catania racconta una pagina nera della storia della criminalità catanese, gli anni 2007 e 2008, dove gli assalti armati erano all’ordine del giorno nel centro cittadino. Alla sbarra due collaboratori di giustizia, Vincenzo Fiorentino e Gaetano Musumeci, oltre a Antonino Gianluca Stuppia, uomo di fiducia di Ianu U Carateddu, Orazio Musumeci e Salvatore Bonaccorsi. Le contestazioni del pm sono diverse ipotesi di rapina aggravata, tentato omicidio, violazione delle norme sulle armi e sulla sorveglianza speciale. A giudizio anche tre collaboratori di giustizia Salvatore Fiorentino, Gaetano Musumeci e Giuseppa Germano.

L’inchiesta da cui scaturisce il processo è quella che culmina con un’ordinanza eseguita dalla Squadra Mobile il 15 novembre del 2011: 13 delle misure furono notificate in carcere. Sette sono le rapine contestate ai 5 imputati e, tra queste, c’è il colpo al negozio di cinesi di via Plebiscio finito nel sangue la sera di San Silvestro del 2007.  Le rapine sono, in ordine cronologico, quella del 12 settembre 2007 in un magazzino di stoccaggio della zona industriale, la seconda riguarda l’assalto a un tir del 20 dicembre dello stesso anno. Tre hanno come bersaglio le gioiellerie di Via Garibaldi: il 5 dicembre 2007 un colpo frutta un bottino da 6 mila euro, il 27 dicembre nel sacco preziosi del valore di 80 mila euro, 40 mila euro invece quanto agguantato il 23 gennaio 2008. L’ultima è in trasferta: Il 4 gennaio 2008 è stato svuotato di 155 mila euro il caveau della Banca Antonveneta di Avola, nel siracusano.

La procura ha presentato le richieste di pena per i cinque esponenti dei Cappello, frangia dei Carateddi. I pm Pasquale Pacifico e Fabrizio Aliotta hanno chiesto al giudice per Vincenzo Fiorentino una condanna a titolo di continuazione alla ulteriore pena di un anno e sei mesi e 3000 euro di multa, un anno (sempre a titolo di continuazione) per l’altro collaboratore imputato Gaetano Musumeci. Quattro anni e sei mesi per Stuppia, 9 anni e 3000 euro di multa per Orazio Musumeci e, infine, 8 anni per Salvatore Bonaccorsi.

Per il troncone dell’inchiesta che si celebra con il rito abbrevviato, la Corte d’Appello, presieduta dal Giudice Mignemi, ha già emesso lo scorso marzo un verdetto di colpevolezza nei confronti dei vertici dei Carateddi tra cui Sebastiano Lo Giudice. Per il capomafia, però, i giudici d’appello hanno deciso di assolverlo dall’accusa di tentato omicidio del commerciante cinese.


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