Una relazione intensa, passionale, ai limiti del violento già nella quotidianità. È questa la ricostruzione che gli inquirenti fanno della storia d’amore tra Giovanni Cuttitta, regista e attore di film porno gay, e Jaime Salvador Tagliavia, il porno attore assassinato la scorsa settimana nel quartiere Guadagna a Palermo. E la conferma arriva anche dai genitori adottivi della vittima originaria di El Salvador. Sono proprio i coniugi Tagliavia a confermare la natura irruenta, spesso violenta, di certo profondamente passionale di quella relazione che si protraeva da due anni. Poi la rottura, una nuova relazione di Jaime Salvador, la gelosia dell’ex compagno che era stato mollato. Questo è ciò che ci sarebbe alla base del movente secondo gli inquirenti. Così il giorno del delitto il presunto assassino Giovanni Cuttitta – che non ha mai smentito l’accusa di omicidio a suo carico – avrebbe incontrato la vittima nel proprio appartamento, intorno a mezzogiorno. Poi la lite, sfociata in tragedia. Alle 13.30 le coltellate, alla gola e allo stomaco. Dalle 14 cominciano le telefonate dal cellulare di Cuttitta alla sua famiglia e alle forze dell’ordine, ma secondo gli inquirenti si sarebbe trattato soltanto di una messinscena. Dagli interrogatori di Cuttitta, infatti, il presunto omicida continua a fornire una ricostruzione dei fatti abbastanza distante dalla pista seguita dalle forze dell’ordine, secondo la quale il gesto del presunto assassino sarebbe stato dettato da legittima difesa. Ad avallare la tesi esposta da Cuttitta, un cappio al collo, che lo stesso regista avrebbe tenuto durante i diciassette minuti trascorsi al cellulare. Una tesi quest’ultima, che non convince minimamente gli inquirenti, che pensano già alla premeditazione del reato. Nei prossimi giorni il regista sarà ascoltato nuovamente.
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