L'Ars approva la Nota di aggiornamento al Defr 2025-27

L’Ars approva la Nota di aggiornamento al Defr: “Finanze in buono stato”

Le parole dell'assessore all'Economia e le critiche del Pd
Palazzo dei Normanni
di
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PALERMO – L’Ars ha approvato la Nota di aggiornamento del Defr 2025-27. L’assessore all’Economia Alessandro Dagnino parla dello stato delle finanze regionali. Critico il Pd.

Dagnino: “Lo stato delle finanze è buono”

Per fare fronte a possibili riduzione del Pil che potrebbero verificarsi nei prossimi anni per via delle condizioni geopolitiche internazionali, “il governo Schifani ha intenzione di sostenere le entrate attraverso il dividendo fiscale, cioè il potenziamento delle misure a favore delle imprese affinché il sistema sia più strutturato e l’economia siciliana possa maturare”.

Così l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino, intervenendo all’Ars durante la discussione della Nota di aggiornamento al Defr 2025-27.

“Le finanze regionali – aggiunge l’assessore – in questo momento godono di un buon stato di salute. Abbiamo un rapporto debito/Pil al 4,2%, veramente un dato molto basso, e prevediamo che si riduca al 3,9%. Con dei numeri così bassi possiamo dire che la Regione ha uno stato di salute più che buono”.

Catanzaro (PD): “Governo assente su emergenze chiave”

“Il governo regionale continua a mostrare una preoccupante mancanza di impegno su questioni fondamentali per il benessere dei cittadini siciliani. Dai dati del Defr emerge un aumento irrisorio delle risorse per gli Enti locali, lasciati soli nella gestione dei servizi essenziali alla popolazione, ed un altrettanto deludente impegno sul fronte dell’emergenza siccità, per non parlare dei disastri nella gestione in ambito sanitario”.

Lo ha detto Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, intervenendo in aula durante il dibattito sulla nota di aggiornamento del Defr, Documento economico finanziario regionale. 

“Manca una direzione chiara per rispondere alle vere esigenze della popolazione – ha aggiunto – l’unico dettaglio che possiamo accogliere con cauto ottimismo è il dissenso verso la gestione centralizzata del governo nazionale che si legge tra le righe dell’istituzione della ‘Super zona economica speciale’ . Una proposta che appare come un messaggio chiaro: recuperare le migliori esperienze delle Zes esistenti, azzerate dal governo Meloni”.


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