Assolto il cognato del pentito che voleva diventare commissario

Assolto il cognato del pentito che voleva diventare poliziotto

Era accusato di avere falsificato un'autocertificazione per nascondere la parentela

PALERMO – Una svista in buona fede, nessuna intenzione di nascondere la parentela acquisita con un collaboratore di giustizia, temendo di essere escluso dal concorso per commissario di polizia.

Il Tribunale ha assolto un uomo di trent’anni accusato di avere omesso nell’autocertificazione da allegare alla domanda la presenza nel suo nucleo familiare di una sorella sposata con un boss pentito di Brancaccio.

In realtà il suo legale, l’avvocato Roberto Mangano, ha spiegato che l’imputato aveva frainteso la richiesta del bando. Era convinto che dovessero essere citati solo gli attuali componenti del nucleo familiare e così aveva escluso entrambe le sorelle sposate.

Il giudice gli ha dato ragione assolvendo l’imputato con la formula perché il fatto non costituisce reato. Nelle more l’uomo ha deciso di rinunciare al sogno di indossare la divisa, di certo non per la parentela con il boss che ha scelto di voltare le spalle a Cosa Nostra.

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