"Assunzioni e corsi irregolari" | La Regione “chiude” l'Eduform - Live Sicilia

“Assunzioni e corsi irregolari” | La Regione “chiude” l’Eduform

L'assessorato alla Formazione

Revocato l'accreditamento all'ente guidato da Marasà. Tante le violazioni contestate al titolare che poche settimane fa era stato sentito in Procura.

PALERMO – Addio Eduform. Si chiude dopo dodici anni, tra accuse, veleni e un decreto appena “sfornato” dall’assessorato, la storia di uno dei colossi della Formazione siciliana. Il decreto è quello con cui il dirigente generale del dipartimento Gianni Silvia ha revocato l’accreditamento all’ente. Estromettendo così l’Eduform dal mondo dei corsi regionali.

In particolare, l’ente si occupava della formazione scolastica obbligatoria fin dal 2004, quando nacque per volere di Antonino Marasà, ex preside dell’Istituto alberghiero Paolo Borsellino di Palermo e considerato uno dei nomi “pesanti” del settore. Di quelli, insomma, che “contavano”. Anche a detta dello stesso Marasà, che poche settimane a Livesicilia raccontava: “Mi cercavano tutti, sia i politici sia i burocrati, adesso mi hanno lasciato solo”. Sempre più solo, da oggi. Visto che da poche ore l’Eduform non può nemmeno contare sull’accreditamento: il lasciapassare verso i finanziamenti regionali.

E l’atto d’accusa travestito da “decreto” con cui si è deciso di tagliare fuori l’ente è durissimo. Nelle sei pagine di revoca, ad esempio, il dirigente generale Silvia fa riferimento a una nota del Comando dei carabinieri per la Tutela del lavoro impegnati nella verifica “in itinere” dei corsi destinati agli studenti di Mazara del Vallo: “La sede – riportarono le forze dell’ordine – risultava chiusa, senza attività in essere”. Corsi fantasma quindi? Non solo. Un altro locale, che l’Eduform aveva ricevuto in affitto per sei anni era stato liberato dall’ente dopo uno sfratto esecutivo “per morosità persistente”. Sfratto dovuto, secondo Marasà, ai ritardi con i quali la Regione ha trasferito i finanziamenti previsti dai Piani e dai bandi regionali.

Dalle indagini dei carabinieri, però, sarebbe emersa anche l’assunzione di personale in violazione del divieto assoluto introdotto dal 2009 e anche la presenza di dipendenti non iscritti all’albo dei formatori. E ancora, ecco la contestazione di illeciti relativi alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, della perizia sui locali e le attrezzature, e persino il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti fin dall’ottobre del 2012. Contestazioni dalle quali, secondo l’Arma, sarebbero scaturite anche ipotesi di reato.

Ad appesantire il quadro, la denuncia trasmessa già un anno fa dal Nucleo operativo gruppo tutela del lavoro di Palermo, emessa nei confronti di Marasà, del tecnico e del professionista incaricati della verifica della conformità dei locali. Nei confronti di Marasà, in particolare, ecco l’accusa di “avere apposto sull’atto di designazione del medico competente una data antecedente rispetto all’accettazione dell’incarico”, di “avere tratto in inganno il personale verbalizzante a seguito della presentazione dell’atto di designazione del medico” per evitare una contravvenzione, “di avere prodotto” una perizia giurata “attestante falsamente la conformità dei locali e delle attrezzature della sede formativa, al fine di conservare i requisiti di accreditamento ed erogazione dei finanziamenti pubblici, procurandosi ingiusto profitto in danno della pubblica amministrazione”.

Accreditamento che adesso è stato revocato. E con esso i finanziamenti. Nonostante lo stesso Marasà, nei giorni scorsi, avesse puntato l’indice proprio contro l’amministrazione regionale, colpevole di non avere trasferito all’ente i contributi che gli spettavano, persino di fronte a decreti ingiuntivi. Ma a piovere sull’iter di definanziamento dell’Eduform, ecco anche l’accusa “interna” di una dipendente che ha denunciato, tra le altre cose, la “carenza delle più elementari norme di sicurezza e igiene sul lavoro”, dell’insufficienza “per numero e superficie di alcune aule ad accogliere i corsi”. Persino la “mancanza di mezzi e strumenti per l’avvio pratico delle attività” vale a dire, in qualche caso, persino la mancanza della linea telefonica, dei computer, dei prodotti di cancelleria. Altre violazioni riguarderebbero il mancato versamento del Tfr dei dipendenti e anche l’assenza degli indennizzi di maternità e assegni familiari.

Quanto basta per togliere l’accreditamento. Nonostante lo stesso Marasà avesse nelle settimane scorse accusato il “sistema”. Parole raccolte da Livesicilia e che hanno spinto i pubblici ministeri palermitani a convocare il titolare dell’Eduform in Procura. Mentre in assessorato in tanti sottovoce affermavano: “Se questo parla, crolla tutto”. Per il momento, però, a crollare è l’Eduform.

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