PALERMO – Molte scuole palermitane sono in agitazione. Sono in autogestione il Meli, l’ITC Pareto e il Duca degli Abbruzzi. Gli studenti si sono riuniti in assemblea al Rutelli e al Crispi. Dopo il liceo scientifico Cannizzaro e l’istituto tecnico Marco Polo ha occupato anche l’Umberto I. All’ingresso della scuola campeggia lo striscione portato dai ragazzi sabato e domenica, quando hanno occupato con delle tende l’atrio della scuola. “È un’occupazione democratica, perché votata dalla maggioranza degli studenti, e bianca”, spiega il servizio d’ordine organizzato dagli studenti, “ l’ingresso è chiuso per gli estranei, ma non per il preside, i professori e il personale Ata che possono accedere ai loro uffici”.
Riuniti in comitato straordinario stamattina alle 8, anche gli studenti dell’Einstein hanno votato a maggioranza per l’occupazione. “Ma non vogliamo chiuderci dentro la scuola. Speriamo anche nell’appoggio dei professori per organizzare lezioni in luoghi simbolici della città, perché uno dei nostri obiettivi è sensibilizzare tutti alla nostra protesta”, spiegano i rappresentanti d’istituto, che rivolgono le critiche più gravi al decreto Aprea e all’”aziendalizzazione” della scuola pubblica. Occupato anche il Regina Margherita, dove la protesta contro ai tagli alla scuola pubblica si coniuga con il malcontento degli studenti per la precarietà degli edifici scolastici: “da quando è chiuso il plesso Origlione molte classi sono costrette a fare lezione nel plesso della scuola elementare di piazzetta Verdi. Una situazione insostenibile, che non potrà durare a lungo – spiega il rappresentante d’istituto e portavoce di Studenti medi Palermo Federico Guzzo, che aggiunge: “abbiamo indetto per domani alle 16.30 un’assemblea per incontrare tutte le altre scuole”. Schierati con Avanguardia studentesca, gli studenti dell’Istituto Nautico, che hanno votato l’occupazione. “Volontà degli studenti è quella di rendere il Nautico laboratorio in città di una protesta forte contro le politiche del Governo Monti ma al tempo stesso lontana dalle posizioni dei collettivi protagonisti dei violenti scontri di piazza della scorsa settimana”, scrivono in un comunicato, che annuncia un’assemblea studentesca cittadina per domani mattina. E anche la Rete degli studenti ha indetto un’assemblea al Vittorio Emanuele III, che riunirà domani mattina il corpo studentesco, per scegliere quale forma di protesta adottare. “Vogliamo conciliare la protesta con il contenuto” – dice Andrea Manerchia, rappresentante degli studenti – “trasformando la scuola in un laboratorio di idee”.
“Chiederemo anche una sospensione delle verifiche, per consentire al corpo studentesco di partecipare alle attività pomeridiane”, hanno dichiarato i rappresentanti d’istituto . “Contro i tagli, il governo Monti e la vecchia e nuova casta politica…. NON CI FERMIAMO!!!”, proclama uno dei gruppi di Facebook che gli studenti stanno usando in queste ore per aggiornarsi sull’avanzamento della protesta.
Si sono aggiunti alla lista il liceo scientifico A. Einstein, in cui è stata indetta l’occupazione e l’Itcs Pio La Torre, in regime di autogestione. Nel pomeriggio è giunta la notizia che anche il liceo scientifico “Luigi Failla Tedaldi” di Castelbuono ha iniziato l’autogestione.
Al liceo Meli, in autogestione da due giorni (anche oggi parte del corpo studentesco ha fatto regolarmente lezione) si manifesta una spaccatura nel blocco della protesta. Gli studenti si sono riuniti in assemblea nella tarda mattinata e, mentre l’ingresso della scuola viene presidiato dai bidelli che vietano di rientrare agli studenti che usciti dall’edificio dopo la proclamazione dell’assemblea, si fa la conta delle firme raccolte a favore dell’occupazione.
I contrari non sono solo gli studenti del quinto anno, preoccupati per le conseguenze che lo stop alle lezioni potrebbe avere sulla preparazione della prova finale: “Oggi hanno scelto di seguire le lezioni anche molti ragazzi del ginnasio – dice Nicoletta Li Castri – siamo contrari all’occupazione perché è illegale. È assurdo protestare per lo sfascio della scuola pubblica attuando una protesta che lede il diritto allo studio e mette a rischio le strutture scolastiche. Abbiamo scritto un documento in cui manifestiamo la volontà di aderire a forme di protesta alternative e legali”.
Ma anche tra quanti caldeggiano l’occupazione, molti non vogliono chiudere le porte a docenti e personale amministrativo: “Vorremmo che si continuassero a tenere le lezioni, ma senza prendere le presenze – spiega Davide Bellanca – vorremmo anche autogestire lezioni e attività, impegnandoci a tenere aperti gli spazi della scuola dalle 8 alle 20. Il fine della nostra occupazione è proprio questo la riattivazione degli spazi scolastici”.
Una posizione simile viene espressa anche dagli studenti dell’Istituto tecnico industriale Ettore Maiorana, occupato da ieri pomeriggio. “Intendiamo consentire lo svolgimento di tutte le attività extra curriculari – spiega uno studente – compresi gli esami di stato per gli esterni”. C’è anche la volontà di dissociarsi dalla manifestazione violenta della scorsa settimana: “si è trattato di un gruppo di provocatori” – dicono i ragazzi del Maiorana – per questo vogliamo organizzare al più presto una manifestazione pacifica”.
Non fanno in tempo a finire la frase che già sugli schermi degli smartphone compare l’annuncio di una manifestazione indetta per giovedì 22. A diffonderlo sono i tanti gruppi fondati su Facebook, che i ragazzi usano per aggiornarsi sull’andamento della protesta. “Non permetteremo a pochi esaltati di rovinare la nostra protesta: giovedì si scende in piazza senza caschi e bastoni!”, si legge su Studenti Palermo, dove gli iscritti pubblicano in tempo reale le notizie dell’occupazione del Cassarà e dell’autogestione al Garibaldi. In questo liceo classico da domani si svolgeranno tre di lezione regolare con blocco delle verifiche (a discrezione dei docenti, che comunque hanno espresso parere favorevole durante il consiglio straordinario di ieri) e due ore di assemblea di corso, dedicate alla discussione di temi di attualità.
È entrato in autogestione anche al liceo scientifico Galileo Galilei. “Vorremmo trovare un compromesso che dimostrasse che teniamo al diritto allo studio, ma che ci desse anche la possibilità di aderire alla protesta . spiega Vincenzo Sanfilippo, rappresentante d’istituto – “l’autogestione è stata votata a maggioranza, la nostra preside ci ha dimostrato disponibilità, dandoci opportunità di dialogo. Ma i termini che questa forma di protesta dovrà assumere vanno ancora discussi per conciliare le diverse posizioni del corpo studentesco”.
Di fatto non esiste ancora un coordinamento della protesta. Ci sono scuole che soffrono emergenze edilizie e di risorse: “è un fattore che rischia di disgregare la protesta – dice Vincenzo – ci sono molte scuole che hanno problemi la cui soluzione dipende dalla Provincia o dalla Regione. Ma una linea comune, almeno per quanto riguarda la questione del diritto allo studio, c’è”.
Anche gli studenti dell’Ipsia Ascione hanno deciso di unirsi alla protesta occupando l’istituto. A renderlo noto i ragazzi di Lotta studentesca. Giunta al terzo giorno, invece, l’occupazione al liceo scientifico Einstein.