Un'organizzazione ben strutturata quella dello Zen: c'era il capopadiglione, il mediatore ed anche chi si occupava degli "intrallazzi", i collegamenti abusivi delle utenze di acqua e luce. Il tutto celato da una presunta quota condominiale che i residenti erano costretti a pagare se volevano rimanere con elettricità e acqua, ma soprattutto se volevano rimanere nelle loro case.