Provocò un incidente mortale | Condannato un camionista - Live Sicilia

Provocò un incidente mortale | Condannato un camionista

Era l’ 8 luglio del 2010 quando Francesco Guddo, un palermitano di 35 anni morì dopo essersi scontrato contro un autocarro Iveco guidato da Giacomo Costanza sulla Palermo - Catania, all'altezza di Ponte Cinque Archi. Ammonta a otto mesi di reclusione più una sanzione, la condanna inflitta a Costanza.

La condanna
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PALERMO – Avrebbe provocato, con un sorpasso azzardato sull’autostrada A19 Palermo- Catania, l’incidente mortale in cui perse la vita Francesco Guddo. Con l’accusa di omicidio colposo la seconda sezione della corte d’appello di Palermo, confermando la sentenza di primo grado emessa dal gup Raimondi, ha condannato Giacomo Costanza a 8 mesi di reclusione oltre al pagamento dei danni ai familiari dell’uomo che all’epoca lasciò la moglie, due figli e un terzo in arrivo.

I fatti risalgono al luglio del 2010, la notizia del grave incidente finì sulle pagine di numerosi giornali. Francesco Guddo, un palermitano di 35 anni e impiegato presso un caseificio, morì dopo essersi scontrato contro un autocarro Iveco guidato da Giacomo Costanza.

L’auto sulla quale viaggiava un’Audi Q7, subito dopo l’impatto, precipitò da un’intercapedine che divide la carreggiata dell’autostrada Catania –Palermo all’altezza di Ponte Cinque Archi nei pressi di Alimena, in direzione Palermo. Un volo di circa 8 metri che non gli ha lasciò scampo, Francesco Guddo morì sul colpo a seguito di una ferita riportata alla testa. Rimase gravemente ferito, invece, Salvatore Ania di 28 anni che viaggiava insieme alla vittima. Illeso il conducente dell’Iveco Giacomo imputato nel processo svoltosi questa mattina.

Secondo la tesi sostenuta dall’accusa a provocare il tragico impatto, con la conseguente morte di Francesco Guddo, sarebbe stato un sorpasso azzardato effettuato da Giacomo Costanza. Un errore di valutazione, che secondo l’accusa, avrebbe portato l’autista dell’Iveco ad effettuare un sorpasso in curva senza aver controllato prima lo specchietto retrovisore. Errore che avrebbe impedito la vista dell’auto guidata da Francesco Guddo, che nel frattempo sopraggiungeva in corsia di sorpasso, e il fatale impatto. Tesi ribadita in aula stamane dall’avvocato di parte civile Maria La Scala, che rappresenta la moglie e i familiari della vittima, e che comparirebbe nella ricostruzione della dinamica dell’incidente effettuata dalla Polstrada prima, e da due tecnici nominati rispettivamente dal tribunale e dalla difesa in un secondo tempo.

Intanto è proprio sulla base degli accertamenti tecnici effettuati sulla dinamica dell’incidente e la relativa condanna di oggi, che la difesa di Giacomo Costanza, rappresentata dall’avvocato Stefano Santoro, preannuncia il ricorso in Cassazione.


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