Il gup di Catania Francesco D’Arrigo ha rinviato a giudizio cinque giornalisti, tra inviati e direttori, accusati d’aver violato il segreto istruttorio di atti dell’inchiesta sull’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, ferito mortalmente il 2 febbraio del 2007 negli scontri nello stadio Angelo Massimino. Sono l’ex direttore del Corriere della sera, Paolo Mieli e l’inviata del quotidiano milanese, Fiorenza Sarzanini; il direttore del Messaggero, Roberto Napoletano, e la giornalista del quotidiano romano, Cristiana Mangani. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Lucio Setola, avrebbero pubblicato stralci di un’informativa della polizia, che individuava in Antonino Speziale il presunto colpevole, l’indomani del deposito in Procura. Il reato sarebbe stato commesso in concorso con un pubblico ufficiale al momento non identificato. A giudizio anche il direttore del nostro quotidiano, Mario Ciancio Sanfilippo, per omesso controllo, per avere pubblicato la deposizione integrale delle dichiarazioni di Speziale alla Procura. Un giornalista de La Sicilia, Nino Urzì, è stato assolto col rito abbreviato per non avere commesso il fatto, perché non era lui l’estensore dell’articolo. Il gup D’Arrigo ha invece stralciato le posizioni dell’ex direttore del Tg5 Carlo Rossella e della giornalista Claudia Marchionni dichiarandosi incompetente e trasmettendo gli atti alla Procura di Monza. La prima udienza del processo ai cinque giornalisti rinviati a giudizio si terrà il prossimo 15 marzo davanti alla terza sezione del Tribunale penale di Catania.
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