PALERMO – Spiati in casa come nel Grande Fratello. La palazzina di via Giotto, a Bagheria, era monitorata h24 dai carabinieri. Gli investigatori ascoltavano e registravano gli indagati mentre organizzavano la piazza di spaccio. Ed è scattato il blitz con dieci arresti.
Emanuele Cannata avrebbe impartito gli ordini. Non immaginava che nel dispositivo Wi-Fi gli investigatori avessero piazzato una telecamera che inquadrava il salotto di casa. Altri occhi elettronici erano piazzati all’esterno dell’edificio dove Cannata per un periodo è stato detenuto agli arresti domiciliari e all’indirizzo della successiva residenza, in via Peppino Impastato.

Di soldi in casa ne giravano parecchi. In un’occasione si vede Cannata prelevare dalla mensola sopra la TV un sacchetto in cellophane trasparente con banconote di diverso taglio. È lui stesso, intercettato, a quantificarle: “Ottomila, ne restano 11 euro, 19 li devi dire a Gino (sarebbe il fornitore Calogero Benigno)… nel mezzo della settimana se me la vuole salire…”.

Molti soldi e grande attenzione a fare quadrare i conti: “Roberto (Roberto Pasca ndr) io non ce la faccio.. 40-41 (per chi indaga faceva riferimento al prezzo della cocaina al grammio ndr)… i prezzi non sono più questi diglielo”. E nel frattempo Cannata prelevava i soldi da consegnare ai palermitani per una partita di droga.

Che tipo di droga? A volte bastava un gesto per intendersi. Napolitano si sarebbe portato la mano al naso per far capire che stesse parlando di cocaina.

La casa di via Giotto non era solo il centro decisionale, ma pure il laboratorio per preparare il crack. È un pericolosissimo derivato della cocaina ottenuto miscelandola con bicarbonato di sodio o ammoniaca. In gergo si dice “basare” o “cucinare” la cocaina che viene trasformata in cristalli da fumare. Si chiama crack per gli scricchiolii che provoca quando si scalda. Gli effetti sono devastanti.

Fotografie e intercettazioni sono diventate l’ossatura dell’ordinanza di custodia cautelare. Dieci persone sono state arrestate, altre otto sono indagate.

