La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso. La condanna diventa definitiva. Carmelo Fricano, 78 anni d Bagheria, deve scontare 9 anni e 4 mesi di carcere per mafia.
Il suo nome era saltato fuori in tante indagini, ma era sempre uscito indenne dalle inchieste. Nel 2021 l’arresto da parte dei carabinieri e un inquietante retroscena. Dietro un omicidio del 2009 c’era stato uno sgarbo ricevuto da Fricano.
Settantasette anni, imprenditore edile, Fricano si è tradito da solo. Amava parlare delle sue amicizie con i boss della mafia che conta. “Di me tutti si spaventavano perché sapevano che ero tutta una cosa con Nardo…”, diceva Fricano riferendosi a Leonardo Greco, storico capomafia di Bagheria. Nel frattempo gli investigatori registravano.
Summit di mafia al panificio di Bagheria
Fricano si vantava di avere partecipato ad una riunione con i vertici dei mandamenti della mafia di Bagheria e Belmonte Mezzagno: “Ora ti racconto una cosa, vado qua… che sono invitato all’inaugurazione del forno di cosa… e trovo tutti quelli di Villabate, quelli che hanno l’ergastolo” e quelli del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno.
La tomba del boss profanata
Fricano faceva riferimento anche a “quello che gli hanno rotto la tomba…”, identificato in Ciccio Pastoia, la cui sepoltura fu profanata. Pochi giorni dopo il suicidio in carcere di Pastoia, fedelissimo di Bernardo Provenzano, qualcuno bruciò la salma del boss di Belmonte Mezzagno. Al summit al panificio c’erano anche Onofrio Morreale e Pietro Lo Iacono. Fricano, per sua stessa ammissione, era “… a disposizione… di tutti… io gli ho detto sempre se io posso fare sono a disposizione… ma non con voialtri, con tutti”.
Il cognato di Messina Denaro
L’anziano imprenditore raccontava pure di avere autorizzato Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro, ad aprire una concessionaria di auto a Bagheria, su indicazione del capomafia Leonardo Greco: “… a rapporto pure da lui veniva Messina Denaro… suo cognato, il fratello di Carlo mi venne a casa, dice… io voglio aprire la concessionaria… dice diglielo… io gli dissi… io non gli devo dire niente a nessuno… me la prendo io la responsabilità, la puoi aprire”.
La lite e l’omicidio
Infine sono arrivare le dichiarazioni di Andrea Lombardo, un tempo affiliato alla mafia di Bagheria. Il collaboratore di giustizia ha detto di avere saputo dal padre Francesco, pure lui pentito, e dal boss Antonino Zarcone che una delle cause che avevano portato all’omicidio di Vincenzo Urso fosse stata una lite tra il defunto e l’imprenditore edile.
Urso aveva schiaffeggiato Fricano davanti a Zarcone Antonino e quest’ultimo considerò il gesto un affronto nei suoi riguardi: “Stava offendendo Zarcone perché Zarcone si era messo proprio in mezzo per chiarire queste dinamiche, queste diatribe che avevano avuto il Carmelo ‘mezzo chilo’ con Urso Vincenzo, per cui li ha fatti incontrare lui e in sua presenza lo schiaffo non lo doveva dare”.
La notte del 25 ottobre 2009 Urso, imprenditore edile, aveva parcheggiato la sua Volkswagen Tuareg in via Ragusa, ad Altavilla Milicia. Capì di essere braccato e tentò la fuga. Fu crivellato da una pioggia di proiettili calibro 7.65.

