Arrestato Mario De Felice |Indagine sulla Celere Srl - Live Sicilia

Arrestato Mario De Felice |Indagine sulla Celere Srl

E' accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento della sua azienda: Corpo di vigilanza La Celere Srl. La moglie è agli arresti domiciliari. Secondo le ipotesi della magistratura, De Felice, a partire dal 2005, avrebbe trasferito "ingenti risorse dall'azienda ai prossimi congiunti". TUTTI I PARTICOLARI.

in manette ex assessore
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nella foto l'assessore arrestato mario de felice

Mario De Felice, ex assessore Mpa alle Partecipate del Comune

CATANIA – L’ex assessore del Comune di Catania Mario De Felice (Mpa), è stato arrestato oggi dalla Guardia di Finanza. L’accusa per lui è bancarotta fraudolenta. Sua moglie è agli arresti domiciliari. 

Ufficiali del nucledo di POlizia tributaria della Guardia guidata dal colonnello Francesco Gazzani, hanno oggi eseguito un’ordinanza con cui il Gip del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Mario De Felice e gli arresti domiciliari nei confronti della moglie Giovanna  Genovese per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale connessi al fallimento del “Corpo di vigilanza La Celere s.r.l.”.

Il fallimento della “Celere s.r.l.” è stato dichiarato con sentenza del 20.11.2009 a fronte di uno stato di insolvenza di 11 milioni di euro.

E’ stato altresì eseguito il sequestro di quote di immobili di proprietà delle figlie dei coniugi De Felice e dell’azienda attualmente denominata “2858 s.r.l.” (già “Celere Techonology s.r.l.) la cui gestione è ora affidata ad un amministratore giudiziario.

A seguito della denuncia presentata dai componenti del collegio sindacale e da alcuni lavoratori dipendenti della società fallita – che hanno segnalato la “mala gestio” dell’amministrazione riconducibile a De Felice Mario – la Guardia di Finanza ha compiuto indagini dalle quali sarebbe emerso che l’imprenditore, a partire dal 2005,  ha costantemente trasferito ingenti risorse economiche e beni aziendali dal patrimonio dell’ente a quello dei prossimi congiunti.

Le indagini fanno ritenere innanzitutto che le condotte distrattive siano state pianificate e realizzate continuativamente per più di quattro anni, anche dopo il fallimento della società di vigilanza, e che l’imprenditore si sia avvalso di strumenti fraudolenti, continuando ad aggravare lo stato di dissesto, simulando di voler risarcire l’ingente debito tributario.

Dalle indagini bancarie è poi emerso che De Felice Mario ha utilizzato somme sottratte dalle casse della società per acquistare due immobili in S. Agata Li Battiati intestati a moglie e figlie.

La Celere s.r.l. risulta poi aver di fatto finanziato per oltre 2.500.000,00 euro l’acquisto da parte di altra società, sempre riferibile al De Felice, di una motonave per attività turistiche; finanziamento effettuato senza alcun beneficio o vantaggio per la Celere e con conseguente perdita patrimoniale.

Infine il De Felice risulta aver costituto una società, la 2858 s.r.l, inizialmente denominata Celere Technology, proprio al fine di sottrarre risorse ai creditori della “Celere s.r.l.” e di alimentare i profitti personali della famiglia De Felice.

Il sequestro e la misura restrittiva si sono resi necessari per impedire ulteriori condotte di distrazione, per recuperare le risorse che sono state sottratte a garanzia dei creditori, ma soprattutto per ristabilire modalità di gestione rispettose della legalità.

Infatti, l’ingente importo dei debiti maturati dalla società fallita indica che la Celere s.r.l. ha operato sul mercato alterando gravemente le regole della libera concorrenza, con ricadute in danno anche degli altri operatori economici del settore.

La 2858 s.r.l., ha acquisito, infatti, a costo zero le attrezzature e il pacchetto clienti della “Celere s.r.l.”, usufruendo dell’avviamento di una impresa già affermata (senza impegno di risorse proprie) e proponendo dunque sul mercato condizioni contrattuali particolarmente vantaggiose (specie per la qualificata offerta tecnologica), potenzialmente idonee ad emarginare la società che operano secondo criteri – legali – di economicità.

In una fase in cui la procedura fallimentare è ancora in corso e nessun bene è stato rinvenuto a garanzia dei creditori il sequestro è necessario per assicurare una gestione corretta delle risorse dell’impresa in bonis.


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