"Basta con le slot machine" |Orlando in uno spot delle Iene - Live Sicilia

“Basta con le slot machine” |Orlando in uno spot delle Iene

Leoluca Orlando

Ad aderire all'iniziativa, oltre al primo cittadino di Palermo, anche i sindaci Luigi de Magistris, Giuliano Pisapia, Flavio Tosi, Piero Fassino, Federico Pizzarotti e Michele Emiliano.

l'iniziativa
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ROMA – “Basta con le slot”: è la campagna contro le slot machine di cui la trasmissione le Iene ha deciso di farsi promotrice, coinvolgendo i sindaci di alcune città italiane, che hanno aderito all’iniziativa. I sei sindaci sono: Luigi de Magistris (sindaco di Napoli), Giuliano Pisapia (sindaco di Milano), Flavio Tosi (sindaco di Verona), Piero Fassino (sindaco di Torino), Leoluca Orlando (sindaco di Palermo), Federico Pizzarotti (sindaco di Parma), Michele Emiliano (sindaco di Bari). Grazie alle liberalizzazioni delle licenze commerciali – spiegano le Iene – è semplice aprire una sala slot e i sindaci, non possono fare niente per bloccarne l’apertura. Questa campagna è stata fatta perché sempre più persone dicano: “Basta con le slot”.

Nel servizio di Nadia Toffa, il backstage della campagna e le interviste dei sindaci che raccontano il perché hanno aderito a questa iniziativa e il loro punto di vista sulla proliferazione di queste sale da gioco. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha detto tra l’altro: “Io penso che sia una piaga che rischia di rovinare le persone. Molti anni fa un parente si è rovinato con il gioco al casinò”. Per Luigi de Magistris, “giocano anche le persone con difficoltà economiche, che, quindi, magari si indebitano per andare a giocare, che sono sotto usura. E’ un tema molto sentito e delicato di cui si parla poco e dove ci sono anche interessi delle mafie”. Michele Emiliano, sindaco di Bari, ricorda che “il gioco d’azzardo rende allo Stato 8 miliardi di euro l’anno. Da un lato prende questo denaro e poi pensa di reinvestirne una parte per disintossicare i giocatori compulsivi”.

E Leoluca Orlando, stigmatizza: “Vergogna allo Stato che lucra su queste attività”. Poi aggiunge: “Io giocavo a poker, quando ho scoperto che mi divertivo soltanto quando puntavo una somma che non avrei potuto pagare ho smesso di giocare. La puntata più grossa che ho fatto? Era l’equivalente di 6 mesi di stipendio quando facevo l’assistente universitario”.


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