“Basta scissioni nel Pd” |Il manifesto della base etnea - Live Sicilia

“Basta scissioni nel Pd” |Il manifesto della base etnea

L'appuntamento è fissato lunedì 27 novembre ad Aci Castello al "4fourspa" in via Nazionale 114.

CATANIA – Limite di due mandati in parlamento e rinnovo della classe dirigenziale del Partito Democratico. Giovanni Mangano, noto imprenditore catanese, storico militante del Pd, insieme a Carmelo Finocchiaro, presidente di Confcontribuenti e chiama a raccolta gli attivisti, in particolare, la generazione dei quarantenni, per quella che si annuncia come una sorta di Leopolda della base.

Non in contrapposizione con i vertici, a Catania dopo le regionali, c’è il problema di motivare gli attivisti e fermare l’emorragia di adesioni verso le nuove formazioni di sinistra o, addirittura, verso i porti sicuri – almeno così sembrerebbe – del centrodestra.

L’appuntamento è fissato lunedì 27 novembre ad Aci Castello al “4fourspa” – via Nazionale 114, “per condividere – dicono i promotori – un manifesto che porti alla volontà di rifare un partito unito, al di là delle appartenenze correntizie che in questi anni hanno lacerato, una forza indispensabile per la democrazia italiana”. 

Durante la serata verrà redatto un documento che “sarà condiviso in tutta Italia e evidenzierà soprattutto la necessità dell’unità all’interno del partito”. 

Dal basso – spiegano Mangano e Finocchiaro  – non solo geograficamente, riparte l’idea mettere in moto coloro che vogliono superare le ingiustizie e difendere i più deboli. Una missione che non deve essere trascurata a favore di personalismi ed interessi personali. 

Lavoro, pressione fiscale, burocrazia, diritti dei più deboli, giustizia e legalità devono essere gli argomenti traino della mission del partito. Un partito composto dalla sua gente e dai circoli dove ognuno dica la sua e si abbia la possibilità di decidere, senza condizionamenti, i rappresentanti nelle istituzioni”. 

E ancora, aggiungono i promotori dell’incontro: “L’astensione dal voto denota che la gente si sente sempre più lontana dalla classe dirigente che spesso è gestita da capi corrente nominati. Siamo o no il partito che ha inventato le primarie come strumento di massima democrazia? Non possiamo – concludono – consegnare il Paese al populismo distruttivo, il Paese ha bisogno di altro. Il Paese ha bisogno di democrazia, il Paese ha bisogno del PD unito e vicino al popolo!”


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