CATANIA – “Prendiamo atto con rammarico dell’inaccettabile silenzio dei principali attori di questa epocale transizione che coinvolge circa 600 lavoratori e circa 200 mila utenti del servizio idrico in tutto il territorio dell’ATO di Catania”. Le parole raccolte da LiveSicilia sono quelle di Jerry Magno, segretario generale della Filctem Cgil Catania.
E si inquadra in quella battaglia dell’acqua che in provincia non conosce tregua da oltre sei mesi nella forma, ma da almeno un ventennio nella sostanza. Il segretario espone quelli che, a suo avviso, costituiscono un deficit sul quale non si è ancora venuti a capo.
La convenzione
“Entro il 15 agosto 2024, e cioè entro 30 giorni dalla data di sottoscrizione della Convenzione di gestione tra ATI e SIE del 15 luglio 2024, dovrà essere individuato in maniera puntuale tutti il patrimonio di reti e impianti da trasferire al nuovo gestore e il corrispondente valore di subentro che lo stesso; dovrà corrispondere per l’avvio del servizio.
È evidente che si tratta di una fase delicatissima, della quale tutti gli operatori del settore e i cittadini vanno debitamente informati, che andrà a determinare il costo iniziale di tale trasferimento che necessariamente inciderà sulle tariffe e sui quali pertanto dovrà essere garantita la sostenibilità economica”.
“Ad oggi non risulta ancora chiaro, né è stata data risposta di alcun tipo alla nostra richiesta, chi siano gli attuali gestori del servizio idrico che dovranno trasferire le gestioni e con quali tempistiche certe.
In particolare è necessario chiarire se il nuovo soggetto gestore, gestirà totalmente il servizio idrico dalla captazione dell’acqua (pozzi) e fino alla distribuzione, o dovrà occuparsi esclusivamente della gestione, rimanendo quindi vincolato ai produttori esistenti che continueranno ad operare in autonomia e regime di monopolio senza possibilità per il nuovo gestore di poter incidere sulla razionalizzazione di tali costi?”.
Il Piano Industriale
“Non è stato ufficialmente presentato alcun Piano Industriale alle organizzazioni sindacali, né avviata l’obbligatoria concertazione, che definisca, oltre ai fondamentali indirizzi generali di programmazione, l’effettivo fabbisogno di personale e le modalità di trasferimento a tutela di tutti i lavoratori oggi impiegati nel settore a qualsiasi titolo, precari ed in pianta organica, il cui lavoro ad oggi garantisce l’erogazione del servizio idrico nonostante la vetustà degli impianti e le emergenze idriche causate dalla siccità.
Su tale aspetto la Filctem CGIL chiarisce che sarà pretesa la massima trasparenza, chiarezza e condivisione dei criteri di trasferimento a tutela di tutti coloro che già operano nel settore e vigilerà affinchè il trasferimento non diventi uno strumento per penalizzare i diritti di chi già opera nel settore e sia coerente alle effettive esigenze operative e professionali che la gestione del servizio idrico richiede”.
I fondi Pnrr
“Non è stata fornita alcuna notizia certa sugli ingenti finanziamenti del PNRR, già disponibili e che ammontano a circa 35 milioni di euro, che diventano indispensabili per intervenire in maniera definitiva su reti e impianti con un sensibile miglioramento del servizio offerto e una notevole riduzione delle perdite idriche oggi esistenti in una rete vetusta.
Sembrerebbe che in questa incertezza e carenza di programmazione dei soggetti interessati (ATI, SIE e attuali gestori) il danno potrebbe ancora una volta essere tutto a carico della collettività che potrebbe vedere sfumare la possibilità di utilizzo di almeno 35 milioni di euro per il miglioramento e/o rifacimento della rete e degli impianti.
Una tale incertezza e carenza di informazioni non può più essere tollerata dalla Filctem CGIL che avvierà tutte le opportune azioni a tutela di lavoratori ed utenti, immediatamente al rientro dei lavoratori dal periodo di ferie”.