PALERMO – Nonostante il recente finanziamento di 45 milioni di euro, tarda l’avvio dell’ultima fase di ricostruzione nei 21 comuni del Belìce colpiti dal sisma che si verificò la notte tra il 14 e il 15 febbraio 1968, e tardano ancora ad essere trasferiti alle tesorerie comunali 35 milioni dei 45 stanziati nelle legge di stabilità del 2013 approvata nel dicembre 2012. A denunciare il forte clima di preoccupazione è il coordinatore dei sindaci del Belìce, e sindaco di Partanna, Nicolò Catania.
“Non vi è traccia – dice – di una vera e propria strategia politico-normativa mirata all’elaborazione di una programmazione che delinei specifiche azioni volte ad un armonico processo di sviluppo economico delle aree interne del Belìce, così come non si è trovata ancora la soluzione definitiva idonea al completo soddisfacimento delle necessarie risorse finanziarie che servono a scrivere la parola fine sulla ‘questione Belìce'”.
“A distanza di circa un anno non si è avuta alcuna concretizzazione degli impegni assunti dal governatore regionale sulla costituzione di una speciale commissione – conclude – con il compito di affiancare lo stesso governo regionale nell’attività di programmazione negoziata relativamente all’utilizzo dei fondi strutturali comunitari 2014-2021, nonostante le numerose sollecitazioni fatte dal coordinamento stesso”. Intanto, dal 14 al 19 gennaio, in vari Comuni (Partanna, Gibellina, Salaparuta, Menfi, Montevago, Santa Margherita Belìce) si terranno manifestazioni.