Beni confiscati alla mafia e nomine| La grande giostra degli ex - Live Sicilia

Beni confiscati alla mafia e nomine| La grande giostra degli ex

Su magistrati, prefetti e rappresentanti delle forze dell'ordine in pensione si è puntato e si punta per gestire i patrimoni sottratti ai boss e agli imprenditori in odore di mafia. Ecco chi sono.

PALERMO – Ex sulla carta, mai di fatto. Sono sempre in sella. Di loro, degli ex di lusso, c’è sempre bisogno. In politica e nei posti di sottogoverno lo sapevamo già. Nella galassia della gestione dei beni confiscati alla mafia l’abbiamo scoperto quando è esploso lo scandalo che ha travolto l’intera sezione delle Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, a cominciare dall’ex presidente (nel suo caso in virtù di una sospensione decisa dal Csm) Silvana Saguto.

Nella logica del rapporto di fiducia, pilastro legittimo per la scelta delle amministrazioni giudiziarie, gli ex di lusso di stima ne godono parecchia. Dalle carte giudiziarie della Procura di Caltanissetta è venuto fuori il rapporto di amicizia fra la Saguto e l’ex prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, costretta a lasciare l’incarico nei giorni caldi dello scandalo. Alla Saguto la Cannizzo avrebbe chiesto un posto di lavoro per un parente dell’ex prefetto di Messina, Stefano Scammacca. Il pensionato Scammacca è stato nominato da un altro prefetto, quello di Catania Maria Guia Federico, che era stata sua vicaria, nel collegio di amministratori della discarica di contrada Valanghe d’Inverno, a Misterbianco, sequestrata all’imprenditore Domenico Proto.

Nella discrezionalità riconosciuta ai magistrati e agli amministratori giudiziari le figure di prefetti e magistrati sono quelle su cui è puntato di più. Ex prefetto, ad esempio è Giosuè Marino, che siede nel consiglio di amministrazione della clinica Villa Santa Teresa di Bagheria, sequestrata per mafia all’imprenditore Michele Aiello. La sua nomina, assieme a quello di un altro ex, il magistrato Luigi Croce, fu decisa dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati.

Anche il nuovo corso del dopo Saguto si è già popolato di ex. Due in particolare, entrambi con un passato da 007. Mario Fontana, per pochi mesi alla guida della sezione Misure di prevenzione, traghettata all’attuale presidente Giacomo Montalbano, ha scelto l’ex prefetto Isabella Giannola, prima donna vice direttrice del Cesis, per gestire il patrimonio sequestrato agli imprenditori Rappa.

Per la catena dei negozi Bagagli ha puntato sul nome dell’avvocato Antonio Coppola. Il legale, noto anche per avere assistito il presidente Sergio Mattarella, ha chiamato al suo fianco Nunzio Purpura, ex comandante dei vigili urbani di Palermo e della Polstrada, ed ex dirigente dei servizi di informazione e sicurezza della Sicilia occidentale. Due 007 per evitare il ripetersi dello scandalo Saguto scoperto proprio partendo dalle due amministrazioni giudiziarie un tempo affidate all’avvocato Walter Wirga, figlio del magistrato Tommaso.

 

 

 


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