Beni culturali, ddl della discordia| Si apre la partita in commissione - Live Sicilia

Beni culturali, ddl della discordia| Si apre la partita in commissione

Gli allarmi delle associazioni: "Soprintendenze smantellate". Sammartino: "Solo una provocazione".

C’è un disegno di legge su cui ancora non si è ancora cominciato a votare ma che colleziona quasi con cadenza giornaliera un comunicato di allarme sugli effetti che la legge in questione potrebbe avere. Si tratta del disegno di legge quadro sui beni culturali su cui lavora la quinta commissione dell’Ars. Un testo che non piace ad ambientalisti, architetti e ad associazioni varie, che mettono in guardia da una serie di rischi, in particolare da quello di smantellamento delle soprintendenze. Il disegno di legge, diviso in sei titoli, in buona parte recepisce la riforma Franceschini sulla fruizione dei beni culturali. Ma non solo. Lunedì scadranno i termini per presentare gli emendamenti in commissione, poi comincerà la discussione. E il presidente della commissione Luca Sammartino assicura che l’Ars ha tutta l’intenzione di ascoltare le proposte degli addetti ai lavori.

Gli allarmi

Tante voci si sono levate contro il disegno di legge. Tra gli altri, Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni, Legambiente Sicilia, Zero Waste Sicilia, WWF Sicilia, Italia Nostra Sicilia, Comitato Rodotà Beni Pubblici e Comuni Sicilia, Centro Consumatori Italia. In una nota del Forum si sostiene che il disegno di legge “punta allo svilimento delle Soprintendenze, cioè di organismi deputati esclusivamente alla tutela e salvaguardia del territorio e dei beni culturali, storici, artistici. Tentativo peraltro perpetrato da anni da parte di forze politiche che mirano soprattutto, dietro il paravento dello snellimento della burocrazia, a privilegiare la via degli incarichi di natura di derivazione fiduciaria, piuttosto che potenziare l’organico qualificato”. In particolare, “l’affidamento ai Comuni e alle Città Metropolitane, con personale insufficiente e spesso non adeguatamente competente per l’esercizio di funzioni quali autorizzazioni, valutazioni di compatibilità paesaggistica delle opere edilizie, azioni di vigilanza, adozioni di provvedimenti sanzionatori, consegnerebbe il territorio e le risorse di questo nelle mani di chi fosse incline a compromessi e a far prevalere interessi localistici, che potrebbero non coincidere con quelli più generali della comunità nazionale”. Critici anche gli ordini degli Architetti di Palermo e di Catania che parlano di “norma pericolosa, priva di visione politica e di riferimenti culturali e normativi da cui non si può prescindere e non ci si deve allontanare per tutelare il grande patrimonio culturale e ambientale della nostra Isola”. Boccia il ddl anche l’associazione Articolo 9, che tra gli altri punti deboli si sofferma sulla “scomparsa di fatto delle Soprintendenze, cui viene tolta ogni competenza: dai provvedimenti autorizzativi sui beni culturali, demandati al Dirigente Generale, alla competenza sui Piani Paesistici ed infine all’attività di Tutela, compito esclusivo delle Soprintendenze, secondo il Codice dei Beni Culturali, per trasferirli ai Comuni, che assumerebbero il ruolo ambivalente di controllati e controllori”. Critico sul rischio smantellamento delle soprintendenze anche l’ex parlamentare Manlio Mele che aggiunge, tra l’altro: “A chi non lo abbia ancora inteso, o facesse finta di non comprenderlo, non occorre che la Sicilia recepisca alcuna norma relativa al Codice dei Beni Culturali; il Codice è già vigente in Sicilia in virtù del recepimento dinamico della norma nazionale”. “Allo stesso modo – aggiunge Mele -, non si può pensare di sostituire il contributo dei privati nella valorizzazione dei beni culturali, rispetto alla azione della pubblica amministrazione. Già la norma Franceschini ha dato un input importantissimo per la partecipazione dei privati nel sistema dei beni culturali, ma i privati devono avere un ruolo integrativo e non suppletivo”.

“Solo una provocazione”

Luca Sammartino, presidente della commissione Cultura dell’Ars, risponde che il disegno di legge riguarda solo in uno dei suoi titoli il ruolo delle soprintendenze e che lo smantellamento paventato dai critici è “una provocazione”. Messa nero su bianco, però. “Sì, quella sulle soprintendenze è stata una provocazione che abbiamo lanciato durante le audizioni, lavoriamo su questo ddl da sei mesi, abbiamo sentito tantissime voci. Una provocazione che sarà superata dal lavoro della commissione. Con quella provocazione abbiamo voluto stimolare un dibattito chiedendo contributi che ci sono arrivati da più parti, abbondanti e qualificati”. Contributi che adesso dovrebbero tradursi in emendamenti, che si cominceranno a votare la settimana prossima. Insomma, non c’è aria di ritirare il ddl, come richiesto dalle voci critiche. “La prima parte del ddl è il recepimento della Franceschini, che permette una migliore fruibilità e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico, anche attraverso il ruolo dei privati – rivendica Sammartino -. Il terzo titolo poi riprende un progetto di Sebastiano Tusa, che abbiamo ricopiato in omaggio a lui, sul tema dei parchi. Tra gli input che abbiamo registrato c’è una lamentela diffusa sulla carenza di personale tecnico adeguato”. Insomma, all’Ars sembra ci sia intenzione di andare avanti sul dll che non è governativo ma parlamentare ma su cui ci sarebbero convergenze in qualche misura bipartisan. Anche se le norme che ridimensionano il ruolo delle soprintendenze a sentire Sammartino saranno modificate. Se ne capirà di più la settimana prossima quando si comincerà a fare sul serio. E prima o poi sul tema si dovrà pronunciare il nuovo assessore regionale al ramo, Alberto Samonà, che martedì pomeriggio ha fatto il suo debutto nelle stanze di Palazzo dei Normanni. Una bella patata bollente per cominciare il suo mandato.

 


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