Ne ha dette parecchie, a Palermo, Nichi Vendola, re di Puglia e reuccio sghembo, immaginario, di un centrosinistra caninamente depresso, in cerca della mano di un padrone da cui farsi accarezzare. Ma una su tutte rimane, musica per le orecchie dei fedeli di quel processo farraginoso e vecchiotto chiamato “democrazia”. Il ragazzo Nichi ha gridato forte che il sovrano siciliano (l’altro, non lui) è nudo. Anzi, è discutibilmente impancato con vestiti sgargianti di dubbio gusto. Saranno panni di lusso e riformisti, all’ultima moda parlamentare. Tuttavia, si vedono le cuciture e i rattoppi.
Ha detto dunque Vendola, con la sua comica e sibilante parlata alla Donald Duck: “In Sicilia si dice che c’e qualcosa di nuovo. Mi sembra che il copione sia quello di replicare il trasformismo. La crisi del centrodestra ha un rimbalzo qui in Sicilia che non è stato sfruttato bene – ha proseguito -. Forse si doveva portare la questione di fronte agli elettori. L’idea di scomporre un pezzo di centrodestra e un pezzo centrosinistra e mischiarli insieme cosa produce nella testa dei siciliani? Dove é finita la buona politica in Sicilia? Conosco alcuni assessori siciliani e ne ho stima. Ma non sappiamo cosa c’é dentro il pacco proposto da Lombardo. I sistemi di potere si sono riciclati con grandi operazioni di maquillage quindi può sembrare allettante ma solo all’esterno. La sinistra in questo caso si accontenta delle briciole andando nel campo avversario, ma sbaglia. Quello che c’é dentro al pacco di Lombardo, inoltre, non è validato dagli elettori. L’alternativa deve partire da un processo democratico”.
Ooooh, finalmente, verrebbe da sospirare. E qui non si tratta di essere Lombardiani, Cuffaristi laici, Miccicheiani di rito ortodosso. Si tratta di accendere il cervello e di ossigenarlo con qualche idea normale. Solo una brutta politica, che si nasconde dietro lo schermo della necessità per lucrare meglio, ha paura di chiamare le cose col loro nome. Solo i cattivi politici possono spacciare per “coalizione” una accozzaglia Frankestein di pezzetti che non c’entrano niente l’uno con l’altro. Solo dei comandanti ignavi riescono a stringere la mano del nemico di ieri, senza imbarazzo. Sì, certo, il risultato sarà un’arte del governo mirabile che ancora per sfiga e bombardamenti ascari non si intravvede. Minimo particolare: sul campo restano le spoglie della democrazia, la speranza della gente che ha sempre saputo di potere decidere dove andare e cosa fare, anche nella miseria. Il pane è un valore, lo è pure la libertà di sottrarsi ai giochi di Palazzo.
Vendola ce lo ha ricordato con una semplicità che oggi pare eresia, tanto è solare. Grazie Nichi.